Il virus fa paura e al ristorante crolla il fatturato: «Noi cinesi rischiamo l’isolamento»
A parlare è Suzhen, giovane titolare di un ristorante cinese che sta pagando la psicosi dilagante sul coronavirus
ANCONA - Gestisce il suo ristorante cinese nel cuore del Piano dagli anni ’90, ma gli ultimi 10 giorni probabilmente sono stati i più duri per le casse di Suzhen Hsia e il suo “Shanghai”. La colpa? Neppure a dirlo, la psicosi coronavirus che ha portato gli anconetani a svuotare le farmacie di mascherine e prodotti disinfettanti. «Negli ultimi giorni la clientela si è ridotta quasi della metà» racconta Suzhen. Futuro nero? No, lei è ottimista: «Tutto questo passerà, ma c’è stata una esagerazione da parte dei telegiornali».
Oggi a ora di pranzo il ristorante era vuoto (GUARDA IL VIDEO). Suzhen, dietro il bancone, mantiene il sorriso e il tono cordiale, ma fa i conti con le difficoltà: «E’ chiaro che viene gente per quel motivo, perché se no? Non ha senso però, ci riforniamo con prodotti acquistati in zona, gli stessi che usano i ristoranti italiani e gran parte del nostro personale è filippino». La psicosi è un dato di fatto, la discriminazione verso i cinesi rischia di prendere una forma altrettanto chiara. Sì, perché l’ ”effetto virus” non si sente solo sul fatturato o nella sala deserta: «Cosa vedo per strada? Qualche problema c’è perché le persone ti guardano con occhi strani» spiega la ristoratrice, specificando però di non voler generalizzare. «Dipende, le persone che ti conoscono continuano a salutarti cordialmente, magari quelli che sanno che stiamo qui da tanti anni- prosegue Suzhen- una volta che ero ferma al semaforo però alcuni si sono allontanati, i ragazzi più giovani a volte parlano di coronavirus davanti a me. Io lascio correre, ma dentro di me la sensazione è bruttissima. Sembra che la comunità cinese stia diventando un gruppo isolato e che se hai le nostre caratteristiche fisiche hai il virus attaccato addosso». Suzhen ha anche raccontato che in un ufficio pubblico (non ha voluto spiegare quale) l’addetto allo sportello ha immediatamente indossato la mascherina solo davanti a lei. L’ “effetto virus” però non sembra sentirsi ovunque. Xiaanyan, titolare del “ristorante cinese orientale” in zona Archi spiega di vivere serenamente la situazione: «Qui vengono solo clienti affezionati che continuano a frequentare il ristornate, io giro poco per la città. Frequento solo le vie del quartiere dove la gente mi conosce e non ho nessun problema».
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