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Cronaca

Terremoto, gli esperti: «Nessun morto, è un miracolo. Aspettiamoci altre scosse»

Gianluca Valensise, ricercatore dell'Ingv, «Questo terremoto ci insegna come siano possibili più scosse in replica anche di magnitudo elevata». E Mario Tozzi avverte «Nessuno può prevedere cosa accadrà»

«Dal 1980, terremoto dell'Irpinia magnitudo 6.9, non si registrava una scossa così forte in Italia, come quella di oggi tra Macerata e Perugia di magnitudo 6.5»: lo ha spiegato Gianluca Valensise, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre del 1980 segnò infatti magnitudo 6.9, prima ancora nel '76, il 6 maggio, in Friuli scosse intorno a magnitudo 6.4-6.5. Successivamente il livello di magnitudo registrato è di 5.9 in Emilia nel maggio 2012, 6.3 all'Aquila il 6 aprile 2009, terremoti nel Parco nazionale dell'Abruzzo intorno al 5.8-59. O Colfiorito del 97 iniziato il 26 settembre 1997 con diverse scosse fino a magnitudo 6. «E proprio questo terremoto di Colfiorito - ha spiegato l'esperto - insegna come siano possibili più scosse in replica anche a distanza di tempo di magnitudo elevata. Tre furono le scosse importanti: due il 26 settembre e una il 14 ottobre. Anche nel 1783 in Calabria cinque grandi scosse nell'arco di due mesi». «I terremoti italiani preferiscono venire a grappoli piuttosto che isolati, anche se - ricorda - i terremoti molto grandi possono venire anche isolati, come quello dell'irpinia del 1980, a Messina il 28 dicembre del 1908 di

Il centro Italia non ha pace dal 24 agosto,  Amatrice e Arquata, scossa di magnitudo 6.0, il 26 ottobre due scosse 5.4, e 5.9 nel maceratese, al confine con la provincia di Perugia, oggi 6.5 epicentro Norcia, tra le province di Perugia e Macerata. Cosa sta succedendo?  «Si tratta della stessa struttura dell'altro giorno che continua a muoversi, che scivola vesto il basso. E' come se fossero grossi blocchi di roccia che vanno verso il basso di 15-20 centimetri, e quando vanno verso il basso spaccano nuove rocce  e producono terremoti», ha spiegato a a Rainews il geologo Mario Tozzi. E come al solito, conclude il geologo, nessuno può fare previsioni. L'unica cosa certa è che gli abitanti «si devono aspettare nuove scosse: nuove repliche nella migliore della ipotesi o nuove scosse forti. L'unica cosa da fare è tenersi lontani da quelle zone».

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