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Se l'Ancona vince, ma a trionfare è il popolo biancorosso

Il vero capolavoro dei tifosi è stato nell’uniformarsi al “mood” della squadra. Restando al suo fianco, ma sapendo soffrire con lei, spingendola a rialzarsi

Per un’Ancona che vince nuovamente al Del Conero, c’è un Del Conero che continua a collezionare successi. Ben più di quattro, cioè quelli riportati dalla classifica di LegaPro: e non è solo passione per i colori biancorossi, non è solo attaccamento al simbolo di una città. In questo primo scorcio di campionato, di bocconi amari ne sono stati impiattati diversi: dalla batosta di Cesena, alla magra figura di Coppa con il Pineto passando per le reti in pieno recupero incassate contro Vis Pesaro e Carrarese, che sono costate tre punti. Materiale in abbondanza per far giungere al limite la pazienza del popolo dorico. Che, va detto, non ha mancato di manifestare il disappunto per i risultati a singhiozzo e per le prestazioni non convincenti della squadra, perché i fischi si sono sentiti ed anche il malcontento aveva cominciato a montare, nei commenti post-gara e nei post sui vari profili social.

Però, alla resa dei conti, il vero capolavoro dei tifosi è stato nell’uniformarsi al “mood” della squadra. Restando al suo fianco, certo, ma sapendo soffrire con lei, spingendola a rialzarsi senza gravarla dell’eccessivo peso dato da contestazioni e polemiche che avrebbero sortito l’effetto di rendere l’aria sopra il “Del Conero” poco respirabile. Nel sottotesto ricavabile dalle prime dichiarazioni del “Comandante” Colavitto, al suo rientro in panchina, c’era proprio l’esigenza di creare un corpo unico, compatto, volto a – testualmente – condurre la barca in porto. Paragone calzante per il compito chiamato a svolgere da quella che, in fondo, è “gente di mare”, la quale ha fornito il suo fondamentale apporto fatto di incitamento e calore, trattenendosi anche dal bofonchiare e da esternare mormorii di disapprovazione in occasione di errori e sbavature, sostituiti da applausi e sostegno a prescindere.

La partita con il Perugia, comunque tesa per i precedenti con la tifoseria del Grifo (che si è presentata con bombe carta e fumogeni), si configurava così come una prova di maturità. Superata bene dalla squadra, ed a pieni voti dai quasi 4500 presenti (a cui si vanno ad aggiungere quelli provenienti dal capoluogo umbro): tifo che non ha conosciuto interruzioni, Curva Nord a trascinare l’intero impianto e tribuna a spingere la squadra di Colavitto all’impresa, che tale è stata visti i precedenti del Perugia in questa stagione. Lo striscione della parte più calda del tifo dorico recitava un “Orgogliosi, fieri e leali, vi vogliamo in campo con i nostri ideali”, che a risultato acquisito si è rivelato quasi profetico, per come ha dipinto l’auspicata unità di intenti ed il comune traguardo da tagliare da parte di squadra e tifoseria, a braccetto. L’Ancona festeggia ancora, ed il suo popolo scopre che essere biancorossi, nel bene e nel male, resta sempre un privilegio.

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