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Rossi (UGL): “L'Api non va strumentalizzata per scopi di propaganda politica”

“Sono indignata dal comportamento di questi politici che pretendono la chiusura dell'Api con gli argomenti più pretestuosi e vogliono lasciare sulla strada i lavoratori che dovrebbero invece rappresentare”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

“Mastrovincenzo e soci (PD) si sono sentiti in dovere di fare una interrogazione urgente sulle ultime vicende API, con motivazioni di pura demagogia. Io quelle sere c'ero, e chiarisco fermamente ai signori suddetti alcuni punti che forse nella fretta di prendere al balzo una ghiotta occasione per farsi pubblicità con inutili allarmismi hanno volutamente ignorato.

Innanzitutto far ripartire un sito produttivo come l'Api non è come accendere il motore della loro motocicletta. Sono giorni e settimane che i lavoratori e l'azienda stanno lavorando per la ripartenza e tutti sono consci del fatto che ci possono essere dei problemi, anzi se ci sono servono a verificare la sicurezza, oggi come in futuro. Tant'é che tutti gli operatori addetti hanno ricevuto e proprio in quelle occasioni messo in atto le procedure ed i protocolli: antiincendio, chiusura dei circuiti, limitazione delle fuoriuscite -  tra l'altro idrogeno e quindi non inquinante – salvaguardia dell'ambiente, ecc. Tant'è che non ci sono stati danni a persone o cose.
 Altro segnale importante: tutti i lavoratori e responsabili di azienda sono stati presenti immediatamente in sede ed hanno contribuito positivamente e fattivamente a risolvere i problemi emersi.

Sono indignata dal comportamento di questi politici di facciata che non hanno rispetto per lavoratori bravi, professionali, formati e soprattutto coscienziosi; sono indignata perché pretendono la chiusura dell'Api con gli argomenti più pretestuosi e fantasiosi; sono indignata perché loro seduti su poltrone sicure e stipendi da favola vogliono lasciare sulla strada a morire di fame i lavoratori che dovrebbero invece rappresentare; sono indignata perché non hanno invece mai risolto il problema dei treni che ancora passano in mezzo alla raffineria, ma loro ed i loro colleghi regionali non hanno abbastanza fegato per andare contro i poteri forti delle Ferrovie. A proposito di rischi: cosa succederebbe se un treno rilasciasse scintille di attrito nei pressi dell'Api? Forse loro direbbero che anche questo è colpa della raffineria.

Un consiglio: non tirate troppo la corda perché noi, i nostri mariti, i nostri figli che rischiano, sono Pronti e preparati, sono professionali ed hanno una coscienza, non possono contare sulle poltrone o sui vostri compensi e si ricorderanno di voi al momento più opportuno”.

Lina Rossi, UGL Provinciale

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