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Deficit Conerobus: la risposta di un membro del CdA

L'architetto Angela Pavone, Consigliere CdA Conerobus e Componente Direttivo Provinciale IDV, risponde alle imprecisioni uscite sulla stampa in merito alla questione del deficit di Conerobus

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

"Ho letto con attenzione di chi si sente parte in causa, in quanto componente del Consiglio di Amministrazione della Conerobus , il dibattito intorno al pesantissimo deficit in cui versa l’Azienda e intendo fare alcune precisazioni in merito a notizie imprecise apparse sulla stampa.
Per affrontare serenamente la disamina del deficit di Conerobus, con l’intento di trovare le cause scatenati, gli eventuali “colpevoli” e le soluzioni, lo stesso va scomposto isolando gli elementi di criticità che lo hanno determinato e che attengono principalmente problematiche esterne e sulle quali la Società non ha voce in capitolo.

La prima questione esterna attiene il costo dei carburanti. Ad esempio l’aumento medio del gasolio nel periodo 2009- 2011 è stato pari al +39,3% mentre per il 2012 si arriverà + 66,9%, in assenza di ulteriori aumenti. Insomma l’incremento quest’anno si attesterebbe quasi a +€.500.000 Analogamente il metano, pur avendo avuto un incremento più contenuto pari al 20% determina un ulteriore aumento di costo  che si aggira su €70.000.
Merita attenzione anche il rincaro dell’ assicurazione, raddoppiata rispetto al 2009 e che ha comportato nel 2012 un esborso aggiuntivo di circa € 800.000.
Tra gli elementi di criticità c’è anche la scelta delle Regione di assegnare un corrispettivo chilometrico extraurbano diverso per ogni provincia (Pesaro e Macerata €1.48, Ascoli €1.44, Fermo €1,35 e Ancona €1.30),
Così a Conerobus, la più grande Azienda regionale, ricadente nella Provincia di Ancona, cioè l’azienda che svolge il maggior quantitativo di servizi (20% del totale, pari attualmente a circa 4.200.000  km annui) e che trasporta il 30% dei viaggiatori, è stato assegnato il corrispettivo in assoluto più basso: €1.30. Senza tener conto che le verifiche aziendali effettuate misurano il reale costo medio a km in € 1.95 Già se fosse stato riconosciuto all’azienda il corrispettivo di € 1.48 la stessa avrebbe contato in cassa almeno € 760.000 e più all’anno.
Inoltre, poiché il corrispettivo regionale viene assegnato indipendentemente dalla tipologia stradale, orografica e di traffico, nonché dalle caratteristiche dei mezzi in circolazione, è del tutto evidente come il consumo possa essere profondamente diverso se il percorso viene affrontato con mezzi di soli 8 metri, 10, 12 o addirittura con autosnodati di 18 metri, come sono molti della Conerobus. In questi ultimi casi il costo di produzione del servizio può triplicare e naturalmente, a parità di corrispettivo, più sono i km percorsi, più cresce in forma esponenziale il disavanzo per il servizio fornito.
E ancora il mancato riconoscimento da parte degli enti preposti (Provincia - per € 165.000 - e Comune di Ancona - per €115.000 - oltre ad altri comuni ed enti) della richiesta inflazione programmata (+1,5%), ha fatto mancare al bilancio aziendale importi considerevoli. Senza considerare che tale riconoscimento andrebbe fatto sull’inflazione reale, che supera di oltre tre volte i suddetti importi.
E’ evidente che se gli enti di riferimento applicassero senza disparità di trattamento i corrispettivi e  corrispondessero l’inflazione almeno programmata, l’azienda si troverebbe in cassa per il 2012  almeno €. 1.030.000 in più. Se trovassero, inoltre, modalità di intervento capaci di compensare i rincari ormai fuori controllo dei costi, che non possono ricadere totalmente sull’azienda, sarebbe possibile decurtare i costi aziendali fino ad altri € 1.370.000 per un beneficio di bilancio pari a € 2.400.000 complessivi.
Ci sono, ancora, da esaminare le criticità aziendali che, per essere risolte, devono passare attraverso una profonda e concreta modifica dell’assetto organizzativo, a cui l’attuale  CdA ha dato un notevole contributo a partire dalla razionalizzazione ed economicità delle gare di  appalto e al miglior utilizzo del personale. Non è possibile però risolvere le problematiche aziendali, senza interventi di razionalizzazione e gestione del settore di trasporto provinciale e regionale, di  competenza degli enti preposti.
Un ultima considerazione in merito all’azione legale (che questo CdA ha ereditato nella sua parte conclusiva, senza alcuna possibilità di intervento) intentata a metà degli anni 90 e che si è appena conclusa con la soccombenza dell’azienda e con un grave risvolto economico. Credo che gli importi dovuti andrebbero giustificati dagli amministratori dell’epoca, in merito alle motivazioni che li hanno portati a fare tale infelice scelta.

La crisi era stata per altro annunciata da varie criticità attinenti l’intero comparto del trasporto pubblico locale e delle quali gli enti di riferimento non potevano non sapere!
Oggi si può dire che finalmente gli enti che fanno parte della Spa (Comune di Ancona, Provincia e Regione in primis) hanno preso coscienza del gravissimo passivo in cui si trova l’Azienda partecipata!
Eppure come CdA ci eravamo spesi - in ogni occasione e ad a ogni livello - per sollecitare interventi mirati atti a risolvere la situazione.
Di recente abbiamo anche chiesto la partecipazione di un Assessore della Giunta del Comune di Ancona ad un incontro del CdA e allo stesso sono state spiegate, con dovizia di particolari, le varie problematiche aziendali.
Oggi quella medesima Giunta dichiara di cadere dalle nuvole e di sentirsi “stupita” del disavanzo, anzi di voler adire le vie legali!
E’ stato necessario un gesto eclatante del Presidente del CdA per costringerla a vedere!"

Arch.Angela Pavone

    Consigliere CdA Conerobus  -

     Componente Direttivo Provinciale IDV

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