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Le Marche corrono ai ripari: raddoppio vaccini, tamponi in farmacia e potenziamento Usca

Preoccupano i dati delle terapie intensive e così la Regione Marche corre ai ripari, annunciando una serie di iniziative per far fronte alla seconda ondata di contagi

I numeri del Coronavirus continuano a salire. Preoccupano i dati delle terapie intensive e così la Regione Marche corre ai ripari con il neo assessore alla sanità il quale, in una conferenza stampa indetta questa mattina dall’assessore Filippo Saltamartini, ha annunciato una serie di iniziative con l’obiettivo di far fronte ad un autunno che si preannuncia allarmante per il ritorno di una pandemia di Covid-19 La premessa è che le misure anti Covid sono già state deliberate dalla precedente amministrazione «perché questo è un treno in corsa e non si può fermare perché i dirigenti delle 4 aziende ospedaliere possano procedere con il loro lavoro». Ma al netto di questa precisazione, la nuova Giunta Acquaroli ritiene i numeri dei servizi insufficienti, dunque si procederà con un implementazione di vaccini antinfluenzali, tamponi e servizio Usca. 

Provvedimento su vaccini antinfluenzali ordinari

Le Regione ne aveva acquistati 420mila, ma per la nuova giunta sono troppo pochi e così vuole raddoppiare le dosi. «C’è un report ufficiale del Governo del 2017 sui Lea che stigmatizzava il numero di vaccini usato dalla Regione Marche perchè erano troppo pochi e noi abbiamo ritenuti di dover raddoppiare le dosi dei vaccini». Così sono state chieste al commissario Arcuri altre 310mila dosi e l’Asur regionale domani chiuderà una procedura di gara per l’acquisto di altre 130mila dosi. Fino ad ora nelle Marche sono state consegnate 294,300mila dosi. Dunque si punta a 860mila dosi e questo presuppone di rivedere il rapporto con i medici di famiglia per cui nelle prossime ore si terrà un incontro per giungere ad un accordo perché «serve un impegno maggiore dei medici di famiglia e pediatri».

Novità sui tamponi 

In questo momento nelle Marche non si fanno più di 2mila tamponi al giorno e anche questo per Saltamartini è insufficiente. Al via dunque una procedura per capire se si possano fare tamponi nelle farmacie e da parte dei medici di famiglia per aumentare lo spettro dei tamponi. Allo stesso tempo sono stati aumentati i tamponi a disposizione del Servizio sanitario regionale: «Dovete sapere che la Regione ne aveva ordinato 9mila, così abbiamo attivato una procedura per acquisire altri 12mila tamponi». Tenendo conto che i tamponi sono di 3 tipi: tamponi molecolari (processo di 6/8 ore, è lo strumento ordinario che individua il materiale genetico); tamponi rapidi antigenici (accertamento di 15 minuti, individuano componenti del virus e se risultano positivi si deve ripetere quello molecolare); rapido molecolare (i meno usati).  Ma c’è un problema. I tamponi sono molto invasivi e problematici per bambini e anziani particolarmente fragili. Per questo ieri Acquaroli ha scritto al Ministro per validare anche i tamponi salivari, «anche se non sono i più idonei per la scienza medica». Fatto sta che le Marche hanno chiesto ad Arcuri: 5mila tamponi molecolari al giorno, 1.500 molecolari rapidi, e 5.500 antigenici rapidi con relativi reagenti. Siamo dunque in attesa della risposta da parte del commissario. 

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Test sierologici, le Marche dicono no

Le Marche hanno chiesto la disponibilità dell’uso dei test sierologici, cioè il prelievo di sangue per valutare la presenza di anticorpi (IgM e IgG). Sarebbe da fare nelle farmacie, come già messo in atto dalla Regione Emilia Romagna. Ma per ora è un’ipotesi accantonata

Potenziamento delle Usca

Sono quelle macchine con un medico e un infermiere preparati per andare a casa del sospetto caso Coronavirus. «Abbiamo dato direttiva di raddoppiarli o triplicarle e chiesto di acquistare i macchinari per fare le radiografie a casa. Esistono degli strumenti che consentono di fare questo». Un passaggio fondamentale questo perché, in un futuro, un eventuale malfunzionamento del servizio Usca si tradurrebbe inevitabilmente con un riversamento di casi Covid negli ospedali e Pronto Soccorsi, che invece, è stato categorico Saltamartini, «devono restare puliti». 

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