
Foto di repertorio
Una unità speciale per i malati in quarantena domiciliare, scatta l'operazione "Usca"
Se fino a ieri sono stati a carico dei loro medici di famiglia, da oggi saranno trattati da una unità specializzata attiva nella sede CRASS via Cristoforo Colombo ad Ancona
“In particolare il personale delle Usca, equipaggiato con i dispositivi di protezione individuale idonei, potrà recarsi presso il domicilio del paziente, per effettuare tamponi e interventi assistenziali, non ché per prescrivere e somministrare terapie idonee alla condizione del paziente, inclusi farmaci per il trattamento del Covid-19”. Si legge così in una delle varie mail arrivata nelle ultime ore a tutti i medici di famiglia anconetani da parte dell’Organizzazione servizi sanitari di base del distretto sanitario dorico e dal Servizio sanità della Giunta regionale delle Marche. L’obiettivo? Mettere in sicurezza i medici di famiglia, da sempre i più esposti al rischio contagio tra gli operatori sanitari, ma anche sgravare il più possibile il lavoro dei reparti Covid degli ospedali anconetani, passando così da uno logica incentrata intorno alle strutture ospedaliere ad un paradigma di presa in carico domiciliare.
Come funziona l‘unità Usca?
Il paziente chiama il medico di famiglia, la guardia medica o il pediatra, che effettuano un triage telefonico. Se il paziente presenta i sintomi del Coronavirus, viene messo in contatto diretto con l’unità speciale che, munita di tamponi e dispostivi di protezione, va direttamente a casa del paziente sospetto.
A quel punto, se necessita di ricovero, interviene il 118, altrimenti si guarda se è un paziente accertato Covid. Se è un Covid accertato, viene monitorato a casa dal medico di famiglia, altrimenti si guarda la sintomatologia.
Dunque se non necessita di ricovero, non è accertata la positività al Coronavirus e non c’è nemmeno il sospetto della patologia, viene comunque seguito dal suo medico. Ma se non necessita di ricovero, non è accertata la positività al Coronavirus, ma c’è il fondato sospetto clinico che possa essere affetto dal virus cinese, si esegue il tampone.
Se è positivo, si ritorna alla sorveglianza costante, altrimenti si dichiara guarito dopo 2 tamponi negativi effettuati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.