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Barattini avverte il Mondolfo: «Mi dispiace, ma col mio Marzocca devo vincere»

Il tecnico dell'Olimpia ha vinto una Coppa di Prima Categoria con l'Atletico, contro cui si giocherà la permanenza in Promozione nello spareggio play-out

Il destino a volte sa essere particolarmente fantasioso, oltre che farsi beffe di chi lo contempla. Combinazione perfetta in quello che sarà uno dei due spareggi per rimanere in Promozione: in campo l’Atletico MondolfoMarotta precipitato praticamente all’ultima giornata - dopo un girone di ritorno fiacco - in zona play-out, in cui è rientrata la sua avversaria Olimpia Marzocca che proprio nell’ultimo confronto di regular season ha schivato la retrocessione diretta vincendo sul campo dell’Atletico, a cui peraltro bastava un pareggio per mantenere la categoria. Tutto qui? Non proprio. Perché sulla panchina del Marzocca c’è quel Roberto Barattini che a Mondolfo ha allenato, vincendo anche una Coppa regionale di Prima categoria, qualche anno fa.

Dalle gioie regalate ai dolori che potresti arrecare. Si va sulle montagne russe delle emozioni.
«Potrei cavarmela dicendo che il calcio, in fondo, è questo. In realtà ti dico che se cominci ad incontrare parecchie squadre dove sei stato, è il segno che cominci ad avere una certa età».

Se vinci, esulterai?
«Sarò contento, ma non mi lascerò andare. Dall’altra parte ci sono amici, persone che stimo. Certi rapporti vanno al di là di un risultato, seppur così importante».

Gli hai già dato un dispiacere. Vincendo a Mondolfo all’ultima giornata, hai contributo a tirarli dentro nelle sabbie mobili degli spareggi.
«Inevitabile. C’era di mezzo una retrocessione da evitare: l’Olimpia è una squadra restata nel limbo tra play-out e penultimo posto per quasi tutto il campionato, trascorso con l’occhio alla classifica ed ai risultati delle dirette concorrenti. E’ logorante, se pensi che in circostanze così un passo falso potrebbe essere doppiamente grave: il pensiero va sempre lì, giocare tranquillo non è facile».

Però, dal tuo arrivo...
«Tredici punti, in nove partite, due delle quali vinte in trasferta e due in casa. E vanno messi nel conto anche quelli sfumati tipo contro la Biagio Nazzaro sciupando il rigore del pareggio nel finale, ma anche la gara sbagliata contro il San Costanzo. A cui, comunque, vanno fatti i complimenti: ha onorato il campionato fino alla fine, senza fare sconti a nessuno nonostante fosse già condannato».

E’ praticamente un punto e mezzo a partita. Mica poco.
«Se perdiamo lo spareggio, sarà poca l’utilità di questa bella andatura. Però arriveremo lì in salute, fiduciosi, e non solo perché li abbiamo battuti due settimane fa: quella potrebbe poi essere un’arma a doppio taglio, in quanto presteranno ancora più attenzione ed il ricordo di quel 2-0 è fresco. E comunque stavolta sarà una partita diversa anche se come due settimane fa a loro basterà un pari per salvarsi: ci potrebbero essere i supplementari, per esempio. Il match “dentro-fuori” ha sempre logiche diverse rispetto ad una gara di campionato, anche se decisiva come lo è stata l’ultima volta».

Ne hai fatte tante, di partite così?
«Ai play-out mai. Ai play-off sì: ho vinto sempre la semifinale. Nelle finali è andata meno bene, anche se quella di coppa col Mondolfo eravamo riusciti a vincerla»

Scattiamo un’istantanea: l’arbitro vi chiama, è ora di cominciare. Cosa dirai ai ragazzi?
«Quello che al momento mi sembrerà giusto. Difficile pensarci ora. Mi viene in mente che vincere in questo stadio a fine maggio ci ha regalato un’altra opportunità di ottenere quello che tutti vogliamo, e per cui lavoriamo, e che è giunto il momento di completare l’opera e di andarci a prendere questa salvezza. Anche se, personalmente, sarà un gioia con un retrogusto amaro».

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