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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Un goal alla Ronaldo, Alessandroni racconta la rovesciata da venti milioni di click: «Emozione indescrivibile»

Il giocatore giallorosso parla della prodezza in rovesciata diventata virale in rete, che ha regalato all'Osimana il pari all'ultimo secondo nel derby contro il Castelfidardo

OSIMO - «Ne parlavo giusto poco tempo fa con un amico: dicevamo di come, nella vita di una persona, ci sia un foglio di carta dove elenchi tutte le cose che ti piacerebbe fare, quei sogni che vorresti si realizzassero. Ecco: ora nella mia lista c’è una spunta in più». Segnare in rovesciata, in un derby, all’ultimo secondo: è la favola di Lorenzo Alessandroni, autore dell’1-1 nel match contro Osimana e Castelfidardo. Un’emozione che, citando le parole del giocatore giallorosso, non è descrivibile né immaginabile, anche in considerazione dell’enorme clamore mediatico che ha fatto seguito alla fantastica prodezza vista al “Diana” di Osimo.

Riavvolgiamo il nastro: l’arbitro consulta già il cronometro, arriva un cross a centro area. E tu?
«E’ una frazione di secondo. Ho detto: ci provo. Mi era capitato altre volte di tentare una soluzione così complicata, ma è chiaro che è un tipo di colpo che ti espone a rischi, brutte figure. Magari anche qualche applauso se la colpisci bene, perché apprezzano la generosità e la coordinazione».

E invece...
«E poi non saprei nemmeno descrivere gli istanti successivi. Ho sentito il boato del pubblico, ho cominciato a festeggiare ed ero pronto a ricominciare a giocare. Sono stati i miei compagni di squadra a dirmi che in realtà la partita era finita: come se, in trance agonistica, avessi perso completamente la nozione del tempo».

Rivedendoti, che effetto fa?
«Dico la verità, faccio fatica. Nel video magari osservo il movimento dei compagni, come si è sviluppata l’azione, ma non mi soffermo su quello che poi in realtà è stata la rovesciata in sé. Quasi come se avessi paura che, riguardandolo, si possa rovinare o avere un risultato diverso: un po’ come quando hai qualcosa di prezioso e lo conservi gelosamente e non stai a tirarla fuori in continuazione. Perché è stato perfetto così: l’aver preso in modo giusto il tempo, la coordinazione, l’impatto sulla palla, l’aver immaginato correttamente la porta, la forza impressa e l’angolazione. Tutto insieme: tanta roba per non provare, a distanza di giorni, un brivido nel riguardarla».

In rete è stato il delirio.
«E’ diventata virale, lo so. Mi dicevano che tra vari siti e social, siamo circa ad una ventina di milioni di visualizzazioni, senza contare che è stato ripreso anche da tv nazionali».

Reazioni dei compagni?
«Diciamo che sono stati concordi nel definirmi fuori di testa, ma ci sta. Poi continuavano a guardarmi ridendo, abbracciandomi anche a partita finita. C’era un po’ tutto in quell’abbraccio: spirito di squadra, felicità. E’ stato bello sentirli così vicini, in quel momento, aver potuto condividere con loro la gioia di un gol che è stato anche utilissimo, oltre che bello. Se gli ho pagato da bere? Sì, non potevo fare altrimenti...ci ho pensato prima ancora che qualcuno me lo dicesse. Un aperitivo, offerto con grande piacere».

Il messaggio più divertente.
«I paragoni con Cristiano Ronaldo, Rooney, Bale...Vabbè, gente di un altro pianeta. Accostamenti che fanno piacere e ti riempono di orgoglio, ma ti fanno anche sorridere».

Quello che ti ha colpito di più?
«A parte i tantissimi complimenti, ce n’è uno. Non ricordo dove l’ho letto, ma un ragazzo in un commento ha scritto che vedere il mio gol gli ha fatto tornare voglia di calcio, di allenamenti, di tornare tutti i giorni a preparare la borsa per andare al campo. Perché in queste categorie c’è gente che lavora, fa sacrifici per coltivare una passione che comporta anche sottrarre tempo agli affetti. Suscitare questa reazione ti fa capire la bellezza non solo del gol che hai fatto, ma anche del calcio in genere: l’avesse fatta un Messi, forse non avrebbe prodotto lo stesso effetto».

Ma la storia del Puskas Award?
«Me l’hanno detta, sì. Ho anche dato un’occhiata a quelli che sono i criteri per essere preso in esame, valutato ed essere quindi inserito nella lista dei gol che poi si possono votare. Effettivamente non c’è categoria, potrebbe anche essere fattibile».

Ci hai fatto un pensierino?
«Mah, credo nel destino, quello sì. Che poi ha fatto sì che nel giro di una trentina di chilometri, nella stessa giornata, venissero realizzate due prodezze, perché anche Sbaffo della Recanatese ha segnato un gol pazzesco. Personalmente, anche il fatto di essere inserito nell’elenco sarebbe già il coronamento di un sogno. E darebbe anche risalto e lustro al nostro calcio: quello marchigiano, certo, ma anche quello di tanti ragazzi che non giocano davanti alle telecamere di Sky, ma ci mettono sempre impegno, amore e fanno sacrifici per migliorarsi e dare il massimo. E qualche volta, vivono il sogno di essere come i campioni internazionali, riuscendo ad imitarli».

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