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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Calciomercato Ancona, niente ballo...sulle punte. Per l'attaccante (e non solo) è scena muta

Si era parlato di giocatori “forti”, uno a centrocampo ed uno in attacco, con la benedizione del presidente che aveva dato l’assenso alle operazioni. Non è arrivato nessuno

ANCONA - Nulla di fatto. Nell’accezione più completa del termine, perché al suonare del gong che ha definitivamente chiuso la finestra di mercato invernale, l’Ancona si è ritrovata senza quella pedina in attacco che molti, anzi praticamente tutti attendevano. E non è stata certo la presunzione di essere diventati tutti tecnici o direttori sportivi ad aver mosso questa convinzione: il popolo biancorosso lo aveva sentito dalla viva voce del patron Tiong, presente in Ancona all’inizio della scorsa settimana, che parlava di innesti volti ad aumentare il potenziale della squadra per affrontare al meglio la seconda parte della stagione. Non solo: si era parlato di giocatori “forti”, uno a centrocampo ed uno in attacco, con la benedizione del presidente che aveva dato l’assenso alle operazioni auspicando che già prima della partita con il Cesena potessero arrivare le prime novità.

Sul centrocampista greco Vasilios Vogiatzis permane qualche perplessità, legata anche alla conoscenza completa delle difficoltà del campionato italiano che il mediano ellenico sta affrontando per la prima volta in carriera. Ma è normale che bisognerà attendere il verdetto del campo per capire quanto questo innesto sia stato centrato, e quanto in concreto potrà essere utile ad un Ancona che, peraltro, il ds Micciola aveva definito “numericamente a posto” proprio in quel reparto. Numeri che invece non tornano in attacco: perché tralasciando per un attimo la qualità sulla quale le opinioni potrebbero anche divergere, con le partenza di Peli, Kristoffersen e Mattioli e gli arrivi di Giampaolo e Moretti, in quella parte del campo l’assortimento è più scarso di inizio torneo. Difficile pensare che il club volesse arrivare a “snellire” la rosa, più logico ritenere che l’avallo di certe cessioni invernali fosse legato proprio alla sicurezza di poter piazzare colpi in grado di compensarle. 

Di certo, sarebbe interessante capire quali siano state le difficoltà emerse, tali da far saltare l’operazione. Perché la poca propensione del Vicenza a privarsi di Rolfini era più o meno nota già una settimana fa, perché i piani B non sembravano facilmente percorribili (si è parlato di Finotto, che però dalla Toscana assicurano fosse già stato marcato stretto dalla Carrarese ad inizio gennaio, e pure di Volpicelli per cui però si era da tempo formata una fila piuttosto lunga davanti al campanello del Pineto). E perché il rischio di restare col cerino in mano con l’avvicinarsi della chiusura delle contrattazioni era tangibile, tale da spingere tante società a congelare trattative in uscita proprio per paura di non avere tempo di rimpiazzare il giocatore ceduto. In fondo, ciò che accomuna chi lotta per salire e chi per salvarsi è avere qulacuno che là davanti la butta dentro: e chi ha la fortuna di possedere un giocatore con certe caratteristiche, non se priva certo a cuor leggero o a prezzo di saldo.

Ma tralasciando il discorso budget a disposizione per apportare i correttivi alla rosa (anche qui: adeguato per due colpi di spessore o no? Sarebbe utile esserne a conoscenza per farsi un’idea), e pure la singolare “vision” del club di puntare a tutto vapore sui cavalli di ritorno (lo sono Mondonico, Prezioso e Moretti, lo sarebbe stato anche uno tra anche Rolfini, Faggioli e Volpicelli), alla fine della fiera resta il mercato degli svincolati per cercare di accaparrarsi qualche rincalzo fuori tempo massimo. E restano le pedine ruotate là davanti da Colavitto nelle ultime settimane a cui spetterà il compito di fare anche le veci di chi sarebbe dovuto arrivare a dare loro una mano, soprattutto in chiave gol. Adesso più che mai, servono i fatti e non le chiacchiere, come qualcuno aveva puntualmente precisato di recente. Ecco: c'è da augurarsi che la squadra dia risposte sul campo, esaurienti. Perché di punti interrogativi su come questa finestra di mercato è stata condotta ce ne sono parecchi.

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