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Quando Portonovo era la casa dei pirati: storia, curiosità e leggende

Andeddoti e curiosità legate alla pirateria nella baia. Dai rifornimenti d'acqua alla leggenda del tesoro nascosto

Le carte nautiche del 1200 la identificavano già come un’oasi. La baia di Portonovo, grazie alla presenza della fonte di acqua potabile formatasi per le conseguenze di una frana preistorica, è stata per lunghi anni un approdo sicuro per i pirati che solcavano l’adriatico. Federica Feliciani, guida ambientale ed escursionistica, ha raccontato in una videolezione riproposta dal portale Mammeancona.it alcune curiosità. 

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I saccheggi 

I pirati non si accontentavano di acqua, ma cercavano anche cibo. Ecco perché spesso saccheggiavano l’allora centro abitato che oggi è il Poggio. In questa frazione infatti, spiega la guida, ci sono gallerie che corrono sotto le abitazioni e usate all’epoca per fuggire dagli attacchi. 

La leggenda del tesoro 

Muovendosi da Portonovo verso le “Due sorelle”, in un punto inaccessibile via terra, c’è la Grotta degli Schiavi. E’ una cavità alta e profonda, creata artificialmente come cava. Alcune leggende la descrivono come il deposito del tesoro dei pirati. 

I piccioni viaggiatori

Dalla Torre di Portonovo venivano avvistate le navi nemiche. Quando all’orizzonte spiccava una vela nemica, il guardiano di turno liberava dei piccioni viaggiatori che raggiungevano Ancona portando dei messaggi con richieste d’aiuto. Così si organizzavano le controffensive. 

Il film 

Portonovo è stato anche il set del film “Le prigioniere dell’isola del diavolo” del 1962, regia di Domenico Paolella e sempre a tema pirateria. Furono scritturate diverse ragazze del Poggio come comparse. In Francia il film è noto con il titolo L'île aux filles perdues, mentre in lingua inglese è uscito con il titolo Women of Devil's Island.
 

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