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Il solito black out della solita Ancona: in appena dieci minuti il Rimini cala il tris al "Del Conero"

Continua ad essere inspiegabile la metamorfosi della squadra biancorossa, capace come in altre circostanze di convincere nel primo tempo e di andare in barca nel primo quarto d'ora della ripresa

Quarantacinque minuti convincenti, dieci minuti di corto circuito e altri quaranta quasi tutti di noia. Il riassunto dell’Ancona sconfitta in casa dal Rimini è presto fatto, pericolosamente simile a quanto già accaduto in altre circostanze, con i biancorossi bravi ad interpretare bene l’incontro nella prima metà di gara, per poi restare con la testa negli spogliatoi alla ripresa del gioco dopo l’intervallo. Che è un po’ quanto accaduto anche a Pesaro, nel derby con la Vis, ed in parte anche nel match perso sul campo del Sestri Levante. Casi volutamente citati perché relativi a punti lasciati per strada contro formazioni impantanate nella lotta per conquistare la salvezza diretta, e che quindi una volta giunto il momento di tirare una linea e fare i conti, costituiscono episodi che potrebbero non farli quadrare nel modo sperato.

Ecco perché le occasioni che si presentano vanno sfruttate. Come quella che l’Ancona era riuscita a costruirsi col Rimini: passando in vantaggio col solito Saco, trovando Colombi determinante nel salvare la porta romagnola da una seconda capitolazione e dando l’impressione se non di dominare, quantomeno di giocarsi alla pari le chance di fare quei tre punti che alla vigilia erano stati individuati da mister Colavitto come obiettivo da perseguire. Tecnico che aveva anche detto che i sostituti non avrebbero fatto rimpiangere gli assenti: ed in effetti Marenco non sbaglia un movimento, Agyemang corre e si propone con efficacia al pari di Barnabà sul versante opposto, ed anche Cioffi – schierato in mediana – conferma quanto di buono fatto vedere con l’Olbia, pur non capitalizzando nel miglior modo possibile una palla gol.

Poi, però, c’è il secondo tempo. E le dolenti note che abitualmente porta in dote. Tre gol incassati in dieci minuti rappresentano un fardello pesantissimo e mai caricato sulle spalle della squadra, che pure ha smarrito diversi punti prestando il fianco alla rimonta degli avversari. Tanti i dubbi che affiorano: si comincia dalla tenuta fisica di una squadra che nella ripresa ha faticato enormemente solo ad avvicinare la qualità nella manovra espressa nel primo, per proseguire con quella mentale che evidentemente ha più di una crepa, se dopo un gol subito spesso a stretto giro di posta si incassa il secondo. L’andamento di queste partite dell’Ancona sembra quasi rispecchiare quello del campionato, dove si è pensato più volte di aver intrapreso la strada giusta, ma prima o poi si è sempre trovato l’ostacolo che ha rallentato o fermato bruscamente la corsa. Il risultato è la staticità in classifica, in quel limbo che si traduce in incertezza. Che non farà suonare l’allarme a sirene spiegate, ma rischia di metterci poco a tramutarsi da preoccupazione in paura.

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