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Fare (sul serio) nelle Marche: liste e firme, questione archiviata!

I militanti marchigiani di Fare per Fermare il Declino si sono adoperati nella raccolta firme, raggiungendo già al 7 gennaio il target minimo di raccolta per essere presenti con le proprie liste sia alla Camera che al Senato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Mentre i professionisti della politica litigano per le poltrone i Fattivi marchigiani hanno definito le liste da più di tre settimane e completato la raccolta firme in meno di sette giorni

Quando si tratta di "FARE" i "Fattivi" non si tirano mai indietro. Per questo, durante il periodo natalizio, tutti i militanti marchigiani del movimento Fare per Fermare il Declino si sono adoperati nella raccolta firme, raggiungendo e superando, già al 7 gennaio, il target minimo di raccolta per essere presenti con le proprie liste sia alla camera che al senato.

Forti di una selezione delle liste fatta in sole due settimane (i nomi dei candidati sono visibili su www.fermareildeclinomarche.it) , prima del 21 dicembre, data in cui Giannino ha registrato il pienone a Macerata, i fattivi marchigiani hanno messo in campo una macchina organizzativa snella, ma efficiente e capillare che li ha portati a fare banchetti e gazebo in tutte le principali città marchigiane, da Pesaro a San Benedetto, raccogliendo in pochi giorni 1700 firme in tutto il territorio regionale. Sono stati contestualmente consegnati i moduli a tutti gli uffici elettorali dei comuni marchigiani, dove sarà possibile firmare per altri 10 giorni.

Il coordinamento regionale, presto annuncerà un evento di presentazione dei candidati, che sono stati gioco-forza selezionati con primarie informali, coinvolgendo i singoli comitati locali nella scelta dei nomi. Il coordinatore Patruno e tutti i militanti marchigiani di Fare per Fermare il Declino si rammaricano di non aver potuto tenere delle vere e proprie primarie, ma per un movimento con poco più di 5 mesi di vita, tra l'altro costretto suo malgrado ad andare ad elezioni anticipate con in più l'onere di raccogliere le firme, sarebbe stato impossibile organizzare primarie, senza disporre di una macchina organizzativa di partito rodata negli anni e davvero radicata. Per questa ragione si è deciso di aprire la possibilità di candidarsi a tutti i militanti attraverso un invio di mail capillare, sia a livello locale che nazionale. Ogni singolo comitato locale ha poi tenuto una votazione interna con i militanti, selezionando i candidati da proporre al comitato regionale, che riunendosi in un consesso con tutti i coordinatori della regione, ha operato una scelta che tenesse conto sia della copertura territoriale, che delle competenze di ciascun candidato.

Le liste emerse sono quindi espressione di tutte queste valutazioni, le quali sono state fortemente condizionate dal porcellum e dai tempi strettissimi per le elezioni anticipate, ma che hanno comunque permesso al movimento di presentare nelle Marche persone nuove, senza precedenti compromissioni nella vecchia politica causa del declino, che hanno come caratteristica l'essere "gente del fare" e non personaggi di facciata, scelti tanto per dare un po' di verve e colore alla propria lista elettorale.

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