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Ancona, la classifica si muove. Ma ora dice anche play-out

Il punto preso dai biancorossi a Gubbio è nel complesso positivo, ma bisogna fare i conti con il digiuno di gol che continua e con il passo tenuto da chi in graduatoria è alle spalle

Alla vigilia si è parlato di polvere sugli ingranaggi della squadra, di episodi che avrebbero dovuto cominciare a girare a favore, ma anche di classifica. Argomenti che diventano di stretta attualità anche alla fine della sfida disputata dall’Ancona al “Barbetti”, da cui i dorici escono con un punto mantenendo la porta inviolata. Due cose affatto scontate, perché il Gubbio non perde da dieci mesi tra le pareti domestiche, dove in questa stagione è rimasto a secco di reti solo con Spal e Fermana che si sono barricate per strappare il pari, e più in generale veniva da un convincente tris di successi. Quanto basta per far pendere l’ago della bilancia nel pronostico della vigilia dalla parte degli umbri che, però, in un ipotetico cartellino dei giudici stile fine incontro di boxe, si tengono stretto il verdetto di parità dopo 95 minuti in cui hanno rischiato sì di vincere – nel finale – ma anche di perdere.

Si parlava di polvere. La “soffiata” data da mister Colavitto per disperderla si è sostanziata in un assetto diverso con una difesa a tre che, nel complesso, ha rischiato poco o nulla. Tanto in un primo tempo oggettivamente bruttino, con le emozioni a marcare visita ed i biancorossi ad affacciarsi dalle parti di Vettorel più sfruttando la spinta propulsiva di Clemente sulla destra (meglio nei primi 45’) che non passando per vie centrali, quanto nel secondo almeno fino a quando si è giocato numericamente alla pari. Ed a differenza di quanto visto contro Lucchese ed Entella, ha anche sfiorato nitidamente la rete due volte con il reparto offensivo declinato stavolta a tandem e non a tridente: la prima con Spagnoli (gol divorato da pochi passi, senza gettargli la croce addosso: è forse il suo primo vero errore sottoporta della stagione), la seconda con Moretti in contropiede appena entrato per un Energe ancora una volta evanescente, anche nella versione seconda punta.

Poi, gli episodi. Quelli in salsa offensiva non hanno sorriso, quelli in chiave difensiva hanno rischiato di far versare lacrime amare. C’è stata un’occasione non sfruttata da Bernardotto su un piazzato con la difesa dorica impalata stile “fermo immagine”, ma soprattutto un cartellino rosso per Clemente forse esagerato, al netto dell’estrema decisione con cui l’esterno dorico è entrato su Spina in palese ritardo, che ha condannato l’Ancona ad un finale di gara di sofferenza. E poi la parata salvarisultato di Perucchini, materializzatasi su una conclusione mancina sbagliata destinata fuori che ha generato il tap-in ravvicinato di Chierico, istintivo tanto quanto la risposta dell’estremo difensore anconetano. Fosse andato dentro il pallone, il viaggio di ritorno avrebbe avuto il “De profundis” come sottofondo, accompagnato dalla certezza di una sfiga (stavolta sì) in possesso di dieci decimi di vista.

Infine, la classifica. Era necessario muoverla, e la missione può dirsi compiuta. Ma lo stanno facendo, bene, anche le altre. A partire dalla Vis Pesaro che col blitz di Olbia ha messo la freccia sorpassando i dorici, per proseguire con il Sestri Levante corsaro a sorpresa in quel di Lucca. Ed i conti si fanno anche con la comparazione delle dirette concorrenti alla salvezza (perché questa è la realtà, c’è da mantenere la categoria), conti che al 14 gennaio non portano. Perché parlare di Ancona in zona play-out è un dato di fatto, così come ragionare su un digiuno di gol che si sta protraendo da troppo e di certo non aiuta (i biancorossi non segnano dal sesto minuto del match col Pescara, quattro giornate fa). Il calendario parla chiaro: trasferta a Pineto e poi Cesena in casa per chiudere gennaio, mese al termine del quale calerà anche il sipario sul mercato di riparazione. Ci sarà da restare concentrati, perché di stare allegri non sembra sia davvero il momento.

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