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Ancona, parla Micciola: «Io responsabile, ma non mi dimetto. Cosa è accaduto al mercato al gennaio»

In una lunga conferenza stampa, il direttore sportivo dei biancorossi analizza la situazione delicata attraversata dalla squadra dorica ed i retroscena delle operazioni intavolate nella finestra invernale delle trattative

Torna a parlare Francesco Micciola. Dopo un lungo silenzio, dopo l’attacco frontale della curva Nord a seguito del deludente mercato di gennaio, e nel bel mezzo di una situazione delicata che l’Ancona sta attraversando, con gli spettri di una retrocessione che si fanno minacciosi ed a pochi giorni di distanza da una cocente sconfitta contro il Rimini. «Io sono responsabile e colpevole della situazione – dice il direttore sportivo – e se sono qui, è perché voglio il bene del club. Il calcio è anche questo, porta ad affrontare momenti negativi ed a metterci la faccia come sto facendo. Ora l’importante è che l’Ancona si salvi, poi le opportune valutazioni sulla bontà del mio operato la farà la società, come è nel suo pieno diritto».

La telenovela-attaccante

Il direttore sportivo fa chiarezza sulla questione Rolfini e sul mancato arrivo di Finotto, operazioni condotte nella finestra di trattative di gennaio che hanno lasciato l’Ancona senza quell’attaccante lungamente corteggiato. «Ci siamo tuffati su Rolfini – spiega Micciola – giocatore che ritenevamo adatto alle nostre esigenze per la sua capacità di giocare sia come punta centrale come come esterno, e che aveva espresso il grande desiderio di tornare, in accordo con il suo procuratore. Ma nel frattempo mi ero cautelato trovando l’accordo con Finotto, aspettando poi l’ultimo giorno per verificare se ci fossero margini per sbloccare la trattativa con Rolfini. Non avendo il Vicenza trovato una punta per sostituirlo, la mattina successiva non avendo potere di firma per poter concludere, ho allora chiesto l’ok al presidente, che ha l’ultima parola, per poter chiudere. Sono anche andato a pranzo con il suo procuratore, ma nell’attesa della risposta altre squadre si sono inserite e mi è giunta la controproposta per aggiungere un ulteriore anno al contratto. E così, quando è arrivato il nullaosta per mettere nero su bianco, Finotto ha preferito legarsi alla Carrarese che ha una situazione di classifica migliore della nostra».

Le scelte

«Mi preme sottolineare che ho sempre fatto tutto per il bene del club, e questo non per volermi deresponsabilizzare, ma sbaglia solo chi fa, chi agisce. E ci stanno anche quelle valutazioni errate su alcuni giocatori legati alle difficoltà maggiori che comporta giocare in un piazza esigente come è Ancona, se messa a confronto con altre. Ma i profondi cambiamenti che sono stati fatti in estate nella rosa sono stati fatti rispettando il budget che era stato fissato e lavorando in modo serio, condividendo le operazioni con Donadel. Non è giusto dire che i giocatori sono scarsi: i numeri potranno anche dire quello, ma di esempi ce ne sono tanti in ogni categoria dove al valore della rosa non corrispondono le prestazioni. In momenti difficili come questi serve l’unità di intenti, la “cazzimma”, e la giusta chiave da trovare per far rendere la squadra al massimo, per far svegliare i giocatori, compito che spetta all’allenatore. Su cui io ripongo molta fiducia: non è vero che si è arreso, magari nel dopo partita contro il Rimini era un po’ scoraggiato, ma credo invece che abbia una gran voglia di vincere questa sfida e di pilotare la squadra alla salvezza. Che è quello che vogliamo tutti, in primis i tifosi che sono sempre stati esemplari nell’attaccamento a questi colori».

Le altre operazioni di mercato

«Peli? Non è stato ceduto, si è fatto fuori da solo quando convocato per la partita a Lucca è andato dall’allenatore a dire che non sarebbe partito per via dell’infortunio che aveva accusato in settimana, sebbene anche gli squalificati abbiano partecipato alla trasferta. E possiamo anche dire che sì, il gruppo lo ha progressivamente messo da parte. Vogiatzis? Lo abbiamo preso perché lo reputo un giocatore che può conferire solidità alla squadra, e se gioca poco è legato alle decisioni che prende l’allenatore. Poi abbiamo ingaggiato Pasini che ci potrebbe dare una mano per trovare quella solidità difensiva che ci è mancata, e che è il vero tallone d’Achille della squadra al momento. Poi la scelta di puntare o meno su di lui spetta solo alla sfera tecnica».

Le dimissioni

«Non le darò mai. Perché non sono mai retrocesso, nella mia carriera ho sempre fatto il mio dovere con buoni risultati, e non lascio il club in una situazione così, né mi faccio prendere per i fondelli. Anche se lavorare in questa maniera sinceramente è molto complicato. In un paio di circostanze ho anche parlato con la proprietà, dicendo se non fosse il caso di trovare un accordo per concludere la collaborazione che è attualmente in essere, con molta serenità. Ora andiamo avanti per tagliare il traguardo della salvezza, poi i conti si faranno a fine stagione».

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