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Da terra è il Passetto, dal mare è un’aquila: curiosità e storia del simbolo di Ancona

Storia e curiosità del monumento simbolo di Ancona. Dalla forma alla pergamena chiusa al suo interno

Gli anconetani lo sanno, chi arriva da altre città no. Il “Passetto” è il monumento ai 639 caduti anconetani del primo conflitto mondiale. Fu progettato dall’architetto Guido Cirilli, allievo di Giuseppe Sacconi, quest’ultimo creatore dell’Altre della Patria a Roma. Durante i primi anni di realizzazione l’architetto Giuseppe Andreoli fece posare all’interno del monumento una pergamena con la seguente scritta: 

«Dal sangue degli eroi sorsero nei secoli le opere che più altamente affermano la nobiltà dello spirito umano. Dal sangue purissimo e generoso dei figli che prima d'ogni altra città Ancona diede alla grande guerra redentrice, sorga perenne il monumento che sta a simbolo d'amore agli Italiani - Fiero ed austero ammonimento agli stranieri. 11 marzo 1925».

L'aquila incoronata

L’inaugurazione avvenne il 3 novembre del 1932 alla presenza di Benito Mussolini. La forma ricorda un tempio greco fatto di pietra d’Istria con 8 colonne. La scalinata è concentrica e al centro del monumento, nella parte più alta, c’è un piccolo altare. Se lo si guarda dal mare però, secondo molti, la forma è tutt’altra: tra struttura principale e scalinate che collegano alla spiaggia, il Passetto sembra un’aquila con le ali aperte e la testa incoronata. La storia ha accertato che, anche fosse, si tratterebbe di una casualità. Nella parte più alta del coronamento sono riportati i versi di Giacomo Leopardi: 

«Beatissimi voi,
Ch'offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch'al Sol vi diede» 

(All’Italia, Dai Canti). 

(Foto Instagram @Ilchriss)
 

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