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La "Pasquella", una tradizione secolare: testo della versione marchigiana

Un'usanza secolare che quest'anno, a causa delle restrizioni Covid, non potrà essere onorata. Nulla vieta però di prepararsi alle festività 2021, sperando che presto anche la tradizione possa riprendere il suo corso

Nel Lazio si chiama “La Pasquarella”, in Toscana è la “Befanata”, nelle Marche la “Pasquella”. E’ la canzone che, da secoli, viene intonata la sera del 5 gennaio (in alcuni paesi anche il 31 dicembre). Nelle versioni più diffuse un gruppo di persone (i “befanotti” o “pasquellari”) bussa di casa e, se accolti, cantano questa canzone chiedendo in cambio quello che il proprietario decide di donare, perlopiù cibo e bevande (oggi panettone, torrone o un bicchiere di vino). Nell'anconetano, uno dei gruppi itineranti più noti è La Pasquella di Varano, che con i suoi rappresentanti anima (fin quando era possibile) le vie e le piazze marchigiane. A livello di festival, invece, esiste la rassegna di Montecarotto che lo scorso anno ha festeggiato la 36° edizione. Purtroppo quest’anno, con le restrizioni dovute al Covid-19, non sarà possibile onorare questa tradizione secolare.

Origini del nome

Il nome della tradizione deriva dall'espressione "Pasqua Epifania", poiché secondo l'usanza, tutte le più importanti festività venivano abitualmente definite "Pasqua". Inoltre, indica il tipico canto di questua di origine contadina, eseguito per l'occasione da gruppi di "befanotti", "pasquaroli", "pasquellanti", "pasqualotti", "pasquellari" o, nell'alta Sabina ed in Valnerina "pasquarellari". La tradizione è legata alla questua del solstizio d’inverno ed alle sue forme di propiziazione legate a credenze pre-cristiane ed antichi riti di fertilità. Nelle versioni religiose del canto, portano di casa in casa l'annuncio della venuta del Messia. 

Il testo della versione marchigiana

Una delle versioni più diffuse sul territorio marchigiano (ma non l'unica) è la seguente: 

L'Anno novo è già venuto
Già che Dio ce l'ha mandato
Ce l'ha mandato con allegria
Bon Anno novo e Epifania
Ce l'ha mandato con allegria
Bon Anno novo e Epifania

Fate presto e non tardate
Che dal ciel cade la brina
Ce fa venì la tremarella
Bon Anno novo e bona Pasquella
Ce fa venì la tremarella
Bon Anno novo e Bona Pasquella

Noi pregamo Sant'Antonio
Che ce guarda tutto il bestiame
Dalla peste e dalla fame
E da qualunque malattia
E da qualunque malattia
Bon Anno novo Epifania

Se ce date nu presciuttu
C'ho n'amico tantu juttu
Ogni tanto 'na fettarella
Bon anno novo bona Pasquella
Ogni tanto 'na fettarella
Bon Anno novo Bona Pasquella

La vergara su pe le scale
Qualche cosa ce vorrà dare
Se senza niente ce manda via
Bon Anno novo e Epifania
Se senza niente ce manda via
Bon Anno novo Epifania

La capoccia su pe le scale
'N prosciuttello ce voria dare
Ma il marito je guarda brutto
Armetti a posto 'sto prosciutto
Ma il marito je guarda brutto
Armetti a posto 'sto prosciutto

Se ce date 'na pacca de porco
Non ce 'mporta se ce sta il pelo
Noi je daremo 'na raschiatela
Bon Anno novo e bona Pasquella
Noi je daremo 'na raschiatela
Bon Anno novo e Bona Pasquella

La quel fiume del Giordano
Dove l'acqua diventa vino
E pe lavà Gesù Bambino
E pe lavaje la faccia bella
E pe lavaje la faccia bella
Bon Anno novo e Bona Pasquella

Ce venimo da chi d'intorno
Non piate il palo del forno
Semo venuti pe l'allegria
Se non volete annamo via
Semo venuti pe l'allegria
Se non volete annamo via.
 

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