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Cronaca Quartiere Adriatico / Piazza Camillo Benso di Cavour

Ddl Zan, Arcigay Ancona in piazza, Marchegiani: «Finalmente riuniamo le nostre voci»

Domani, 15 maggio, sarà il giorno della mobilitazione nazionale in difesa del testo di legge contro l'omotransfobia. Il segretario generale Arcigay Comunitas Ancona, Matteo Marchegiani: «Con questa legge si mettono in luce punti oscuri: creare uno storico Istat e più centri di ascolto sul territorio sono due urgenze»

Senza confronto e aggregazione non si può crescere: la pandemia non giova a nessuno, specialmente alle associazioni. L'Arcigay Comunitas di Ancona punta sul 15 maggio, giorno della manifestazione per la legge Zan, per incontarsi in piazza Cavour dopo mesi senza attività che coinvolgono gli iscritti. Lo conferma il segretario generale Matteo Marchegiani che spiega: «La mobilitazione di domani è un giorno per ritrovarci tutti insieme. Ci aspettiamo oltre duecento persone. Con l'attenzione mediatica che ha avuto il dibattito sulla legge ci sono arrivate tantissime richieste di adesioni. E' fondamentale farsi ascoltare, ma altrettanto importante è farlo in sicurezza. Per questo verranno rispettate tutte le norme anti contagio: distanziamento, mascherine e igienizzazione delle mani. Sono mesi che non ci ritroviamo tutti insieme. Avevamo appuntamenti fissi come "l'Arci pizza", un giorno a settimana ci incontravamo per mangiare qualche spicchio, bere una birra scambiandoci pareri, opinioni in un posto protetto e sicuro. Era un momento importante per noi che ci manca molto». L'iniziativa pro legge Zan si tiene in concomitanza anche in altre 70 piazze di città italiane, «per dire no alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo». Nelle Marche, oltre ad Ancona, ci sarà anche la piazza di Pesaro. 

Creare uno storico Istat e più centri di ascolto 

Si scende in piazza per tutelare una proposta di legge ma anche per ascoltare voci troppo spesso ignorate. «Certo - prosegue Marchegiani - l'aspetto punitivo è la cosa più importante per noi andando ad agire sulle circostanze aggravanti, ma ci sono poi aspetti della legge meno noti che sono fondamentali. Uno di questi è la richiesta di impegno all'Istat di fare delle statistiche sulla materia. Sembra una cosa da poco ma è molto importante. Spesso l'obiezione che viene fatta è che non ci sono dati che certificano le denunce per omolesbobitransfobia. Se un fenomeno non viene visto dalla legge come tale non si può denunciare. Mi spiego: se io, omosessuale, vengo picchiato, risulterà come un'aggressione ma non entra nel novero specifico delle aggressioni per motivi di tipo discriminatorio degli orientamenti sessuali. Quando un fenomeno viene posto sotto la lente d'ingrandimento allora viene fuori per quello che è realmente». Il Ddl Zan interviene inoltre su un altro aspetto che abbraccia tante categorie. E' previsto, infatti, un finanziamento di 4 milioni per il Fondo pari opportunità della Presidenza del Consiglio, per finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e per il sostegno delle vittime.  «E' un buon inizio - prosegue il segretario - ma sappiamo che, se rapportati ai finanziamenti stanziati in paesi come la Francia dove in fatto di diritti civili sono ben più avanti di noi, non parliamo di una grande cifra. In Italia abbiamo pochi centri che riescono a sopravvivere, ma il fatto che sono pochi non significa che non servano, anzi. In questo senso c'è moltissimo da fare ancora».

La polemica 

Se a livello nazionale la questione della legge Zan ha suscitato discussioni, con una forte opposizione da parte di alcuni partiti di destra, primo fra tutti la Lega, a livello territoriale non c'è stato un dibattito di pari livello. «Sinceramente sono felice che non ne parlino. Preferisco il disinteresse al becero attacco. A livello nazionale abbiamo percepito che le destre estreme quando si esprimono sulla questione non lo fanno in modo corretto. Si basano su notizie false. Ad esempio, il leghista Simone Pillon non fa altro che propagandare che con la legge Zan l'utero in affitto diventerebbe un diritto degli omosessuali. Questo non è scritto da nessuna parte nel testo. Gli attacchi sono di questo tipo perciò se a livello regionale non trattano il tema sono quasi felice. Il mio timore è che se parlano poi lo fanno in questi termini». 

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