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Cronaca Fabriano

Braccio rovinato per togliere un tatuaggio, chiede soldi al medico e finisce a processo: assolta

Il fatto non sussiste per il tribunale di Ancona che ha fatto cadere l'accusa su una 40enne che aveva fatto inviare due lettere di diffida dal suo avvocato per farsi risarcire il danno avuto

FABRIANO – Aveva chiesto aiuto ad un dermatologo per farsi togliere un tatuaggio che non le piaceva più. Il risultato finale però non sarebbe stato eccellente. I segni erano rimasti e la donna aveva perso anche un po' la funzionalità dell'arto. Così aveva fatto scrivere due lettere di diffida dal suo avvocato per avere un risarcimento danni ma la missive l'hanno fatta finire a processo per tentata estorsione. Martedì il procedimento si è chiuso a favore della paziente perché il giudice Carlo Cimini l'ha assolta perché il fatto non sussiste. L'imputata, 40 anni, si era rivolta ad un dermatologo per farsi togliere un vecchio tatuaggio da un braccio ma gli interventi al laser le avrebbero deturpato il la pelle compromettendo anche la mobilità dell’arto. Il professionista, dopo le due lettere in cui la donna chiedeva 150mila euro per chiudere la vicenda lì o sarebbe andata a fare una denuncia, si è rivolto ai carabinieri ed è stato lui a denunciare lei. Le due lettere sono state inviate una nel 2019, l’altra nel 2021. Dieci anni prima la 40enne, di origine nigeriana, si era rivolta al dermatologo, un 60enne del fabrianese. Il primo intervento per farsi togliere una rosa tatuata non era andato a buon fine. Così erano seguiti altri interventi con il laser che però, stando alla donna, avevano solo peggiorato le cose. Le erano stati tolti strati di pelle così in profondità da farle perdere la sensibilità e comprometterne una funzionalità ottimale. L'imputata era difesa dall'avvocato Marco Flavio Torelli. 
 

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