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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Cerreto d'Esi

«Non era un coltello è stata uccisa con 39 colpi d’accetta. Una bestia». Parla Raffaela, sorella di Concetta Marruocco

In tv lo sfogo: «Voglio darle giustizia, poteva essere salvata. Un amico di lui sapeva cosa avrebbe fatto»

CERRETO D’ESI. «Non era un coltello, era una accetta, di quelle che ci si tagliano le bistecche. E’ stato un massacro, 39 coltellate. Mia sorella si poteva salvare ma c’è stata tanta omertà». Così Raffaela Marruocco, sorella di Concetta, l’infermiera uccisa venerdì notte dal marito Franco Panariello da cui si stava separando, ha parlato ieri ai microfoni della trasmissione “La vita in diretta”, con il viso provato e gli occhi gonfi di chi ha pianto molto. Il numero dei fendenti mortali sono stati confermati anche dall’autopsia eseguita all’ospedale di Torrette dal medico legale Francesco Paolo Busardò. Prevalentemente sarebbero sulla parte sinistra del corpo, come se la donna fosse girata su un fianco. Il coltello usato sarebbe uno grosso da cucina con una lama di 15 centimetri. «Voglio dare giustizia a mia sorella – ha detto Raffaela, che vive a Matelica – e che non succeda più. Mia nipote ha sentito un urlo, uno solo, molto probabilmente lui le ha tenuto la mano alla bocca per non farla urlare». Raffaela ha anche un sospetto quando conferma le violenze sessuali subite da Concetta da parte di Franco.  «La chiudeva in camera, prendeva la chiave e la costringeva, non voglio pensare che lo abbia fatto anche adesso perché a mia sorella sono state trovate le mutandine tagliate».

Sui dispositivi di alert che non hanno funzionato sostiene che era stata Concetta a denunciarlo ai carabinieri. «Già due volte si erano incontrati – ha detto la sorella – e il braccialetto non ha funzionato. Sarà stato un incontro casuale? Lui però lo sapeva che a più di 200 metri non si doveva avvicinare ma lo faceva. Abbiamo chiamato noi le forze dell’ordine e lui era con il suo avvocato». Franco Panariello, il marito della vittima, sul profilo Facebook si definiva un buono e parlava dei buoni, che anche loro prima o poi si arrabbiano. Eppure nel processo che l’uomo ha in corso al tribunale, per maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti di moglie e figlia (la 16enne), Concetta aveva testimoniato proprio il 14 settembre scorso di 20 anni di soprusi subiti dal marito confidando anche le violenze sessuali subite e che avevano aggravato l’imputazione di Panariello. «Lui buono non è mai stato – ha detto Raffeela – né un bravo marito, né un bravo padre, mai». Sulle chiavi di casa mai cambiate la sorella ha annuito spiegando che «lui il mazzo lo aveva fatto prima di essere allontanato perché mia sorella non gli avrebbe mai aperto la porta di casa». Poi ha aggiunto che qualcuno «non ha fatto il suo dovere, un briciolo bastava, sono il vicino di casa e un amico di quella bestia perché lo aveva annunciato ad un amico suo tanto che questo amico è stato costretto a mandarlo fuori di casa ma non ha pensato a mia sorella, di avvertirla, di dirle apriti gli occhi che questo sta fuori di testa, se qualcuno avesse messo un briciolo di buona volontà, di umanità, mia sorella non sarebbe morta».

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