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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Spese facili in Regione, la procura chiede 31 condanne. C'è anche il neo sindaco Daniele Silvetti

Il pm Ruggiero Dicuonzo ha chiesto una pena di tre anni per il primo cittadino di Ancona. Condanne chieste anche per il presidente del consiglio regionale Dino Latini e il deputato della Lega Mirco Carloni

ANCONA – Dieci anni di processo e il caso delle così dette “spese facili in Regione” è arrivato oggi alle richieste di condanna da parte della procura. Il pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo le ha chieste per 31 dei 38 imputati rimasti a processo per peculato. Nella fase iniziale erano 55 le posizioni davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Edi Ragaglia ma poi, a febbraio scorso, per 16 posizioni è intervenuta la prescrizione. La vicenda è riferita ai consiglieri regionali e agli addetti ai gruppi consiliari in carica tra il 2008 e il 2012 che avrebbero, stando alle accuse, utilizzato soldi pubblici per spese personali. Nel mirino della guardia di finanza erano finiti i costi per libri, pranzi, spostamenti, acquisti di occhiali, donazioni di beneficenza e altro. Soldi per quasi un milione e mezzo di euro. 

Per sette posizioni (oltre ai 31) il pm Ruggiero Dicuonzo ha fatto richieste tra assoluzioni e sopraggiunta prescrizione. Un 39esimo imputato, Pietro Enrico Parrucci, di San Ginesio, era uscito già a novembre scorso dal procedimento per sopraggiunta morte (è deceduto il 29 ottobre scorso dopo una malattia, a 70 anni). Tra le richieste di condanna spicca quella del neo sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, per il quale sono stati chiesti tre anni. Contestate spese tra il 2010 e il 2012, quando ha ricoperto la carica di consigliere regionale e capogruppo in regione (per Futuro e Libertà). Spese di poco superiori a 3mila euro e relative soprattutto a dei contratti di collaborazione. Tra le 31 richieste di condanna ci sono anche l’attuale presidente del consiglio regionale Dino Latini (Udc, Popolari Marche), chiesti tre anni anche per lui, il parlamentare Mirco Carloni (deputato della Lega), chiesti 2 anni e 10 mesi di condanna. E ancora il sindaco di Loreto Moreno Pieroni (partito socialista), chiesti 2 anni e 10 mesi. Chiesta l’assoluzione per Fabio Badiali, Giuseppe Canducci, Massimo Di Furia, Enzo Giancarli, Giuseppe Pieroni e Gino Traversini perché il fatto non sussiste. Prescrizione per Guido Castelli (oggi commissario del sisma). Gli imputati hanno sempre rigettato le accuse sostenendo che le spese fatte erano relative al ruolo istituzionale ricoperto. La sentenza è prevista per l'11 di luglio, concluse tutte le arringhe difensive e le eventuali repliche. 
 

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