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Cronaca

Green Pass falsi, polizia al Paolinelli: infermiere fingeva di inoculare la dose

La mattinata si è aperta con una perquisizione a sorpresa degli agenti nell’hub vaccinale. Al vaglio la posizione di alcuni operatori

ANCONA - Blitz della polizia al centro vaccinale Paolinelli. Le indagini della Questura si sono concentrate sul sospetto di rilascio di falsi Green pass rilasciati all’interno dell’hub dorico e stamattina (10 gennaio), alle 8.00, sono scattate le perquisizioni a sorpresa. Al centro sono arrivate quattro volanti, gli agenti hanno fatto ricerche sia nella zona delle vaccinazioni che all’interno dei locali adibiti alla vestizione degli addetti. Nel corso della mattinata le somministrazioni sono poi proseguite regolarmente secondo l'ordine di prenotazione stabilito. 

Il momento degli arresti: infermiere anconetano finisce in carcere | VIDEO

Le accuse vanno dal falso ideologico, al peculato fino alla corruzione. Nella maxi operazione di questa mattina sono 5 le persone arrestate mentre 45 quelle con l'obbligo di dimora nel comune di residenza. A finire in carcere anche l'Infermiere di Ancona Emanuele Luchetti, addetto alle vaccinazioni nell'hub Paolinelli. Le perquisizioni sono state estese anche all'interno dello studio dell'avvocato anconetano Gabriele Galeazzi che, secondo quando filtra dalle forze dell'ordine, avrebbe avuto il ruolo di intermediario nel rilascio illecito dei Green pass. 

Modus operandi 

Come confermato dalla procura, è finito in arresto un infermiere professionale addetto alla somministrazione dei vaccini anti-Covid presso l'hub principale del capoluogo (Paolinelli).  Secondo quanto emerso, l'infermiere ha agito con la complicità di alcuni soggetti che operavano come intermediari, simulando l'inoculazione della dose, al fine di far loro ottenere il documento di avvenuta vaccinazione. L'attività di indagine è stata costituita da intercettazioni, servizi di osservazione e riprese video effettuate nel centro di vaccinazione.

Modus operandi: il vaccino finiva tra i rifiuti

Un avvocato ai domicilari 

Nell'indagine è coinvolto anche un avvocato anconetano che attualmente si trova ai domiciliari. Al legale cinquantatreenne sono state perquisite la casa e lo studio in pieno centro e la sua posizione resta tuttora al vaglio degli inquirenti. Per lui l’accusa sarebbe quella di essere un intermediario della rete dei Green pass illeciti in grado di mettere in contatto i potenziali interessati con la parte per così dire “esecutiva” della filiera (per una certificazione irregolare si sarebbe arrivati a pagare diverse centinaia di euro). Dall’ordine degli avvocati del capoluogo è arrivata una ferma condanna con la promessa di provvedimenti qualora dovesse essere accertata la colpevolezza: «Attendiamo di vedere gli sviluppi dell’indagine sperando, ovviamente, che il nostro iscritto possa risultare estraneo a dei fatti gravissimi come quelli imputati. La situazione dei vaccini sta a cuore a tutti perché riguarda la salute pubblica, qualora dovesse essere accertata la sua colpevolezza siamo pronti a prendere provvedimenti».

I complimenti del ministro Lamorgese agli investigatori 

«Complimenti alla Polizia di Stato per l'operazione di questa mattina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, contro un gruppo criminale dedito al rilascio di falsi green pass». Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese con riferimento all'esecuzione di 50 ordinanze di custodia cautelare per reati connessi all'indebito rilascio delle certificazioni verdi. Il ministro ha detto: «Si tratta di una articolata e complessa azione investigativa svolta nell'ambito della più ampia attività di controllo sul rispetto delle misure adottate per la tutela della salute pubblica al fine di garantirne la piena e corretta applicazione». 

Anche il questore di Ancona, Cesare Capocasa, è intervenuto con un commento sulla vicenda: «L’operazione odierna è la dimostrazione tangibile di come la Polizia di Stato vigili con impegno e professionalità sul rispetto delle norme anti Covid-19 a tutela della salute pubblica, sia con controlli visibili, che con attività investigative. Nella circostanza sono stati individuati dei soggetti, che non esitano a violare la legge, aggravando seriamente l’emergenza epidemiologica, attraverso la consumazione di reati odiosi quali la corruzione ed il peculato. Uno scenario triste e sconcertante, prontamente ed efficacemente rimosso dall’Autorità Giudiziaria e dalla Polizia di Stato, ancora una volta in perfetta sinergia». 

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