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Cronaca

Puntura finta e vaccino nei rifiuti: così si scaricava il Green pass falso

Emergono dettagli sul modus operandi che ha portato all’operazione “Euro Green Pass” costata il carcere all’infermiere professionale e i domiciliari a quattro presunti intermediari

ANCONA - Pagavano per la falsa inoculazione del vaccino anti-Covid al Paolinelli. L’infermiere, invece di iniettare il siero, lo gettava via. Emergono dettagli sul modus operandi che ha portato all’operazione “Euro Green Pass” costata il carcere all’infermiere professionale (VIDEO) e i domiciliari a quattro presunti intermediari. 45 invece i provvedimenti di obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria: sono le persone che secondo i risultati dell'inchiesta si sono sottoposti all'inoculazione fasulla. Già sequestrati 18mila euro, ritenuto l’equivalente del profitto dei reati contestati. Le accuse, per tutti gli indagati, sono quelle di corruzione, peculato e falso ideologico in concorso. 

L’infermiere 

Secondo quanto ricostruito dalla Procura e dagli agenti della squadra Mobile, coordinati dal capo Carlo Pinto, l’infermiere addetto alle vaccinazioni aveva simulato, in diversi episodi e sotto pagamento, l'inoculazione del siero. Praticamente, dicono gli investigatori, fingeva la vaccinazione gettando poi il preparato nel cesto dei rifiuti o in un apposito contenitore “agobox”. Scopo: far ottenere ai beneficiari il documento di avvenuta vaccinazione destinato al successivo inserimento nella piattaforma nazionale del Ministero della Salute. L’indagine è stata avviata lo scorso dicembre ed è stata portata avanti con intercettazioni, osservazioni e riprese video effettuate nel centro vaccinale. 

Gli intermediari 

Secondo le indagini, gli intermediari agivano diffondendo nei rispettivi luoghi di lavoro e di conoscenze le possibilità offerte dall’infermiere. Per le accuse, insomma, erano diventati punti di riferimento di una pluralità di persone interessate ad ottenere la “certificazione verde anti-SARS-CoV-2” senza sottoporsi alla vaccinazione. Alcuni di essi, secondo le indagini, percepivano una parte di quanto corrisposto dai soggetti non vaccinati. L’infermiere, da parte sua, nella maggiorparte dei casi non aveva conoscenza diretta dei “beneficiari” della simulazione. Ad oggi non è emerso il coinvolgimento di medici o di altre figure professionali che lavorano presso il centro vaccinale e dei funzionari responsabili. 

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