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Cronaca

Mare: il Faro storico di Ancona al servizio dell’ambiente

Con il progetto europeo HAZADR il sito, per la sua particolare posizione strategica, potrà essere utilizzato per l'istallazione di tecnologie di avanguardia per la difesa dell'ecositema marino

Il Faro storico di Ancona al servizio delle nuove tecnologie di contrasto dell’inquinamento marino. Un’ipotesi discussa ieri in Regione (presso gli uffici della Tutela del mare), in occasione dell’avvio del progetto europeo HAZADR.
Presenti: il segretario generale della Iniziativa Adriatico Ionica, ambasciatore Fabio Pigliapoco; l’assessore alla Protezione civile e all’Ambiente, Paolo Eusebi; il consigliere regionale Adriano Cardogna (presidente della VI Commissione consiliare - Politiche comunitarie).
Il progetto HAZADR (Strenghthening common reaction capacity to fight sea pollution of oil, toxic and hazardous substances in Adriatic Sea) è finalizzato al rafforzamento delle capacità di reazione, a fronte di inquinamento marino e costiero dovuto al traffico marittimo.

Nel progetto sono coinvolti cinque degli otto Stati componenti la Macro Regione Adriatico Ionica: Italia, Slovenia, Croazia Albania e Montenegro. La Regione Marche contribuisce allo sviluppo del progetto attraverso l’espansione del proprio sistema di monitoraggio-allertamento costiero, costituito da diversi sensori di rilevamento che operano in maniera integrata e in grado di fornire la previsione di spostamenti di sostanze pericolose disperse in mare, a tutto il bacino adriatico.
L'ambasciatore ha dimostrato un forte interesse per il progetto orientato alla salvaguardia del mare e in mare, percepito come bene comune e condiviso fra tutte le nazioni aderenti alla Macro Regione Adriatico Ionica.

L’attenzione è stata anche posta al recupero architettonico e al riutilizzo del Faro storico di Ancona, attualmente in disuso e in fase di degrado. Il sito, per la sua particolare posizione strategica, potrà essere utilizzato per l’istallazione di tecnologie di avanguardia, a integrazione di quelle già esistenti lungo la costa marchigiana.

Si è auspicato, inoltre, che il Centro regionale di monitoraggio della Regione Marche di Ancona possa diventare un nodo strategico, collegato con tutte le autorità competenti nel bacino adriatico, per migliorare la risposta alle emergenze derivanti dalla dispersione in mare di sostanze pericolose e del loro eventuale successivo spiaggiamento.

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