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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Falconara Marittima

Rovinato dal gioco d'azzardo chiede prestiti ad uno strozzino. Usuraio condannato

Voleva più del doppio della somma data ad un allenatore sportivo con il vizio del gioco d’azzardo. La vittima disperata aveva lasciato una lettera d’addio e per tre giorni era sparito

FALCONARA - Una lettera d’addio lasciata in casa e per tre giorni era sparito tanto che la famiglia aveva fatto una denuncia di scomparsa. L’uomo era poi tornato e con lui era emerso che era stato vittima di un usuraio. Avendo il vizio del gioco d’azzardo si era rivolto ad un rom per avere tre prestiti che non era riuscito a saldare. A fonte infatti di un totale di circa 3mila euro doveva restituirne più del doppio in un mese. Troppo per un allenatore sportivo che non sapendo più dove sbattere la testa, dietro le pressioni dell’usuraio, arrivato fin sotto casa sua, aveva deciso di sparire, per paura, lasciando una lettera d’addio. La moglie preoccupata aveva fatto una denuncia di scomparsa rivolgendosi ai carabinieri. Il rom è finito a processo con l’accusa di usura e ieri è stato condannato dalla giudice Francesca Grassi a tre anni e un mese di reclusione. L'imputato, 42 anni, stando alle accuse avrebbe prestato per tre volte il denaro all'allenatore tra gennaio e maggio del 2019. I due si conoscevano perché in passato il rom aveva fatto degli allenamenti con delle squadre seguite dal coach.

Un primo prestito era stato di 700 euro e ne rivoleva indietro 1.400, il secondo era stato di 800 euro, per chiedergli indietro 1.600 euro. L’ultimo di mille euro per riaverne 1.900. Sentita come testimone a settembre la vittima aveva spiegato che il tasso così alto non riusciva ad onorarlo. «Non avevo più soldi e avevo paura - aveva detto l'allenatore - era venuto sotto casa mia. Avevo pensato anche di farla finita». Il rom lo avrebbe chiamato al cellulare e contattato anche per messaggio. La moglie dell'allenatore avrebbe dato in pegno anche un anello per rassicurare il rom sul debito e aiutare il coniuge ad uscire dal brutto giro. I prestiti sarebbero avvenuti sempre in auto, in un caso anche vicino ad un ospedale. Durante i giorni della scomparsa l’allenatore aveva vagato tra Fano e Porto Recanati. L'imputato, difeso dall'avvocato Silvia Penaucci, ha sempre respinto le accuse sostenendo che non ci sono state le prove dei prestiti. Uscite le motivazioni potrà fare appello.

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