
L'ex metro prima di riaprire
Un'ombra sulla variante dell'ex Metro, la Procura apre un'inchiesta: ci sono degli indagati
L’indagine prende il via dopo l'esposto di un consigliere comunale di Ancona presentato alla Procura, alla Corte dei Conti e alla stessa Guardia di Finanza
L’indagine prende il via dopo un esposto del consigliere comunale di Ancona Stefano Tombolini presentato alla Procura, alla Corte dei Conti e alla stessa Guardia di Finanza. Un esposto in cui il politico anconetano chiede alla magistratura di andare a fondo di quel gap tra i valori delle prime perizie e l’ultima, sostenendo come “la stima di 530mila euro è presumibilmente conseguenza di una difettosa applicazione del metodo di stima (…) e di una serie di criticità che portano ad un risultato (530.000 euro appunto) assolutamente lontano dal beneficio realmente conseguito dalla proprietà superiore a 2,4 milioni di euro, producendo in conseguenza un significativo danno al pubblico erario”.
La variante che rivalutava l’ex cinema Metropolitan, nel cuore del centro di Ancona, aveva provocato anche una reazione politica da parte delle opposizioni che parlarono di un regalo ai privati, mentre il sindaco Valeria Mancineli parò di “giornata storica”. Anche perché a ridare vita al mostro di cemento ci avevano già provato per due volte Sturani e Gramillano, ottenendo dall’Agenzia Delle Entrate sempre una risposta che non si allontanava mai più di tanto dai 3 milioni di euro. un maxi conto di 3,2 milioni. Cifra sempre rifiutata dai proprietari, che hanno invece firmato a 530 mila euro, un sesto della cifra iniziale. Possibile un crollo del prezzo in 5 anni? L'Agenzia avrebbe tenuto conto del crollo del mercato immobiliare, ma anche del fatto che nel progetto sia stata mantenuto uno spazio di 500 metri quadrati con ingresso in corso Mazzini, circa 300 posti seduti, ad uso culturale. Per Tombolini non basta a giustificare un tale gap. Ed ecco il perché dell’esposto.