
L'arrivo della polizia giudiziaria per la perquisizione
Corruzione e nomine pilotate, inchiesta sui magistrati: trema anche la casta delle Marche
Strette di mano e aiuti personali per agganciare un componente laico del Csm e ottenere la nomina a presidente di tribunale, ma anche giro di favori a corruzione tra giudici e professionisti
Fatto sta che a Piacenza e Lodi, il pool di investigatori, piacentini e veneziani, presente anche il procuratore vicario di Venezia Adelchi d'Ippolito, ha perquisito le abitazioni dei due giudici e lo studio dell'avvocato Virgilio Sallorenzo, come raccontato in esclusiva già a Giugno da ILPIACENZA. Alla perquisizione dello studio del legale ha assistito anche, in qualità di difensore, l'avvocato Paolo Fiori. Una bufera giudiziaria esplosa nella città di Piacenza perché arriva a lambire il Consiglio superiore della magistratura (organo di autogoverno dei giudici) e svela un’indagine della procura di Venezia che ha indagato i due magistrati, con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari.
Il giro di favori e gli accordi sottobanco per il potere
Poi c’è il giudice Tito Preioni. I magistrati veneziani hanno aperto da mesi un fascicolo di indagine, su presunti tentativi di condizionare le procedure di nomina dei capi degli uffici giudiziari in favore dell’elezione di Preioni, movimenti che sarebbero stati effettuati fuori dalle procedure ufficiali. Infatti, secondo una più datata inchiesta de Il Corriere della Sera, sarebbe stato un avvocato piacentino, tale Virgilio Sallorenzo, a mettere in contatto i due giudici con un avvocato romano per agganciare un componente laico del Csm (Paola Balducci, ex parlamentare dei Verdi) e cercare voti che avrebbero garantito a Preioni l’incarico di presidente del Tribunale di Cremona. Sallorenzo, attualmente, è indagato dalla procura di Piacenza - le due indagini non sono collegate - con le ipotesi di bancarotta, falso e abuso di ufficio.