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Cronaca Stazione / Via Pergolesi Raffaele Generale, 4

Amministratore di condominio infedele, buco da 230mila euro: il caso a "Mi manda Rai3"

«Il mio assistito non è fuggito e anzi é presente nel territorio italiano e risponderà di fronte al tribunale di Ancona dell'accusa di appropriazione indebita» ha detto l'avvocato

E’ accusato di essersi indebitamente appropriato delle somme di denaro di una serie di condomini che amministrava. Soldi con cui avrebbe dovuto pagare le bollette di vari appartamenti tra Ancona e Falconara. Ma lui, Rolando Talevi anconetano di 78 anni, ha fatto perdere le sue tracce lasciando un buco di 230mila euro. Un caso giudiziario finito anche in televisione stamattina nel salotto del programma “Mi manda Rai3” condotto dal giornalista Salvo Sottile. Dopo un servizio in cui si riepilogava la vicenda, in studio hanno parlato Claudio e Nazzareno, due residenti di via Generale Pergolesi costituitisi parte civile tramite l’avvocato Tommaso Rossi. «Per 30 anni è andata bene poi ci siamo accorti del decreto ingiuntivo che bloccava la fornitura di gasolio perché non erano state pagate 10 rate. Siamo rimasti incastrati» ha detto Nazzareno, a cui ha fatto eco Claudio: «Io ho ereditato l’appartamento da mio padre con il debito. Nonostante io sia disoccupato, mi sono dovuto accollare una parte del debito che aveva già iniziato a pagare mio padre, quindi noi paghiamo debito su una cosa che per anni abbiamo sempre pagato regolarmente e ora ci troviamo in questa dannata situazione».

Amministratore di condominio infedele a "Mi manda Rai3"

Il programma poi vuole che il conduttore dia la possibilità all’accusato di entrare nel programma e spiegare la propria posizione. Rolando Talevi non si è presentato, ma per lui, in collegamento da Ancona, ha parlato l’avvocato difensore Francesco Conti: «Il mio assistito non è fuggito e anzi é presente nel territorio italiano e risponderà di fronte al tribunale di Ancona dell’accusa di appropriazione indebita. Le confermo che per quanto concerne gli ammanchi il fatto é veritiero però c’è una dato inerente alla questione penale: al Talevi non é mai stato fatto alcun tipo di sequestro di beni di lusso o somme in conti correnti, per cui ribadisco che non è fuggito e non dispone di un tenore di vita lussuoso». Resta il fatto che ci sono famiglie che, in media, si trovano con l’acqua alla gola per dover pagare qualcosa come 2.500 euro al mese di debiti. «Il mio condominio si è costituito parte civile - ha spiegato l’avvocato Tommaso Rossi direttamente dallo studio di Mi Manda Rai3 - E una volta accertata l’eventuale responsabilità in sede penale, la difficoltà sarà recuperare la somma di denaro perché gran parte di quei soldi sono circolati in contanti». 

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