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Lunedì, 29 Aprile 2024
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I Big Data influenzeranno la risposta di giustizia presto anche in Italia

Nell’evento sul tema dell’Intelligenza Artificiale dal titolo “Macchine informate sui fatti, Persone informate sui dati” il confronto sul futuro del processo che è già molto vicino.

ANCONA – “L’Intelligenza Artificiale” è già nel processo e dovrete farci sempre più i conti”. Ecco il messaggio di sintesi del dott. Giovanni Canzio, Primo Presidente Emerito della Corte Suprema di Cassazione soprattutto destinato agli avvocati, intervenendo all’evento introdotto dall’avv. Gianni Marasca, Presidente COA Ancona ed organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Ancona, presente per i saluti il vicepresidente Andrea Nocchi, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Ancona, presente il presidente Catana Vallemani, organizzato all’Università Politecnica dele Marche con i saluti dei prof. Staffolani e Chiaraluce sul tema “Macchine informate sui fatti, Persone informate sui dati”.

L’incontro molto partecipato anche dal mondo della magistratura, presente il dott. Luigi Catelli, Presidente della Corte di Appello di Ancona per i saluti dopo quelli dell’Avv. Francesca Palma per conto del Consiglio Nazionale Forense, conferma l’attenzione ad un fenomeno molto dibattuto che, se non governato, potrebbe travolgerci arrivando ad un giudice-macchina che solleverebbe molte riflessioni in primis dal punto di vista etico. La sfida è combinare l’evoluzione tecnologica con la tutela delle garanzie. Come farlo spetta alla politica che dovrà adottare il regolamento europeo a cui si sta lavorando già da alcuni anni, dandosi delle regole nazionali sui vari passaggi del processo che spetteranno alla politica che, a questo punto, non potrà far finta di nulla. Scrivere le regole sarà fondamentale “e – come detto dall’Avv. Marasca – considerando che le scelte tecnologiche non hanno una morale, spetterà a noi definire i confini”.

La sintesi emersa dalla tavola rotonda moderata dal Prof. Luca Luparia Donati è che, come specificato dal prof. Aldo Franco Dragoni “l’Intelligenza Artificiale deduce, adduce e apprende dall’esperienza come fa il bambino piccolo che apprende che quando ha fame, piange e la mamma arriva” e quindi, oltre ad essere già una realtà, va veloce e impara con strumenti superiori alle potenzialità della mente umana. Il punto è l’affidabilità dei dati per come è progettato e funziona lo strumento e le possibili conseguenze. Il contributo del dott. Ernesto Napolillo, Sostituto Procuratore della Repubblica di Pesaro, ha ampliato la discussione alle conseguenze sugli aspetti procedurali. L’evoluzione deve essere veloce, dal dibattito passare alla pratica perché la tecnologia corre velocissimo, più dei tempi della politica che dovrà prendere atto delle regole scritte a livello comunitario il cui testo provvisorio è stato commentato dalla prof. Lucia Ruggeri, Direttore della Scuola di Specializzazione di Diritto Civile all’Università di Camerino.

L’IA sta rivoluzionando la vita delle persone a livello personale, sociale e lavorativo e lo farà sempre più con quello delle professioni e di conseguenza anche della giustizia. Come cambia va valutato, sapendo già che tali algoritmi che stanno guidando le decisioni economiche, finanziarie e strategiche potrebbero entrare massivamente anche nel mondo della giustizia e creare una profilazione sia dei giudici che degli avvocati potenzialmente pericolosa. Non a caso nel testo base delle regole europee, la giustizia sta nella più alta soglia di rischio riguardando i diritti fondamentali delle persone per come intendiamo la tradizione giuridica occidentale. Eppure, nel mondo anglosassone l’intelligenza artificiale generativa la stanno verosimilmente già usando per argomentare le sentenze ed aiutano gli avvocati nelle requisitorie. E’ un futuro già presente.

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