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Attualità Centro storico / Via Ciriaco Pizzecolli

Il fritto di pesce rischia di scomparire dai ristoranti di Ancona

L'olio di semi è passato da 95 centesimi a 3 euro e mezzo, il pesce fresco costa tanto e le bollette schizzano alle stelle. I ristoratori anconetani si trovano in difficoltà con certe preparazioni. L'esperienza del titolare de La Degosteria

ANCONA - Altro che caviale e tartufo: tra l'aumento delle materie prime come l'olio di semi per friggere, il costo del pesce che lievita e il caro bollette ecco che la frittura di pesce potrebbe diventare un lusso per pochi. In una città come Ancona poi, dove il pescato è una cosa seria, pranzi e cene fuori potrebbero avere tutto un altro sapore.

WhatsApp Image 2022-03-15 at 11.43.40-2C'è chi tiene duro e non aumenta i prezzi ma alla fine i conti da pagare a fine mese continuano a salire e prima o poi si mette in conto un adeguamento nel menù. Un esempio di ristoratore che resiste al ritocco è Marco Cupido, socio e amministratore del ristorante La Degosteria di via Pizzecolli, in pieno centro storico ad Ancona. «Abbiamo un menù con prezzi fissi - spiega il titolare dell'attività - che cambiamo stagionalmente. Fino al prossimo cambio non possiamo e non vogliamo aumentare. Durante l’anno se utilizzi materie prime fresche le oscillazioni di prezzo sono frequenti ma in questo momento l’incisività è davvero elevata. Continuiamo a monitorare la situazione ed eventualmente nel prossimo menù saremo costretti ad allineare i prezzi di vendita sul’incisività della materia prima». Alzare i prezzi sul menù «potrebbe anche ritorcersi contro noi ristoratori ma ad un certo punto biosgna pur adeguarsi. Abbiamo gli stipendi da pagare, l'affitto del locale, per non parlare delle bollette: stiamo spendendo più del doppio del 2021. Se prima spendevamo 1200 euro bimestrale di luce e gas ora si sborsano circa 3mila euro».  

Oggi dunque è difficile fare il ristoratore perché ci sono «tante variabili incontrollabili». Un esempio su tutti l'olio di semi di girasole indispensabile per friggere. In alcuni supermercati si vende addiruttura razionato. «Dai 95 centesimi al litro - dice Cupido - siamo passati a pagarlo 3 euro a mezzo e si prevede che arrivi a 5 euro al litro. Per un carico di friggitrice in cui entrano circa 30 litri prima avevamo un’incidenza di massimo 40 euro, adesso si arriva a 150 euro. In più con il pesce che è aumentato a quanto dovremmo vendere una frittura? Se le cose andranno avanti così non so se converrà togliere direttamente dal menù certe preparazioni per risparmiare sulla materia prima. Non credo che un consumatore sia disposto a pagare una frittura 25 euro». 

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