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Il rilancio dell'Asp Ambito 9: «Quasi 32 milioni di euro messi in campo per servizi sociali e sanitari»

Oltre 3 milioni in più rispetto allo scorso anno, per garantire a Jesi ed ai comuni della Vallesina maggiori servizi sia in quantità che in qualità

JESI - «La popolazione di Jesi e degli altri 20 Comuni della Vallesina di questo Ambito sociale ha registrato un decremento di 6 mila unità negli ultimi 10 anni, ed è destinata nei prossimi 10 a scendere sotto i 100 mila abitanti. Si contano oltre mille nuove nascite in meno all’anno, cala anche il numero degli stranieri e c’è un significativo aumento degli ultra 65enni. In questo scenario, le risposte che deve offrire chi gestisce servizi sociali crescono. E l’Asp Ambito 9 lo fa con un bilancio che, senza chiedere rincari ai Comuni, mette in campo 3,4 milioni in più rispetto allo scorso anno, sfiorando i 32 milioni di euro, rispetto ai 22 di appena tre anni fa».

E’ la presidente dell’Asp, Gianfranca Schiavoni, ad illustrare lo scenario che la Vallesina si troverà di fronte in futuro e sottolinea la capacità dell’Azienda di saper intercettare risorse per garantire maggiori servizi sia in quantità che in qualità. A partire da quelli finanziati con il Pnrr, dove vanno segnalate nuove attività come le strutture per garantire servizi sociali e sanitari a pazienti dimessi dall’ospedale, o anche alloggi da destinare sia a persone disabili supportandole nell’autonomia, sia a soggetti in povertà estrema. La ristrutturazione della casa di riposo di Jesi (2,5 milioni) è l’opera pubblica più significativa, ma meritano attenzione anche la costituzione di un pronto intervento sociale per le emergenze nottetempo o in orario di chiusura degli uffici sociali dell’intera provincia (l’Asp farà da capofila) o il rafforzamento dei tirocini di inclusione sociale che vede un sostegno alle aziende che inseriscono soggetti fragili, tra l’altro con risultati finora nettamente superiori alla media nazionale per trasformazione dei tirocini in contratti di lavoro.

Il direttore Franco Pesaresi si sofferma su alcuni importanti numeri: «Passati da 4.100 a quasi 7 mila gli utenti assistiti dal 2015 ad oggi, da parte di un’Azienda che oggi conta 79 dipendenti e 709 persone che lavorano come personale esterno privato, di cui gli educatori (289) sono il maggior numero. Oltre agli 11 milioni che lo Stato ci gira per gestire uno dei più grandi progetti in Italia di accoglienza degli immigrati, le risorse saranno destinate principalmente a disabilità, gestione delle 4 case di riposo, assistenza agli anziani e contrasto alla povertà». Soddisfazione espressa dal presidente dell’assemblea dei soci, Sandro Barcaglioni che aggiunge: «Non aver chiesto ulteriori risorse ai Comuni che sono sempre in difficoltà è già un grande risultato che si somma alla capacità della struttura di trovare, attraverso i vari bandi, altre importanti risorse per garantire servizi primari».

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