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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Ancora violenza nel calcio giovanile. I baby-calciatori insorgono: «Adesso basta»

Il gruppo dei giovanissimi del club dei Portuali Ancona, dopo la rissa scoppiata sugli spalti in occasione della sfida contro la Biagio Nazzaro, rivolge un accorato appello ai genitori mediante una lettera a loro indirizzata nelle chat della società

ANCONA – Il calcio giovanile, quello che a rigor di logica dovrebbe essere la parte più pulita di un mondo le cui acque sono spesso inquinate da interessi ed agitate da vento della violenza, torna nuovamente a far parlare di sé nella pagine di cronaca. Campionato Giovanissimi, match dello scorso turno tra Portuali Ancona e Biagio Nazzaro al “Giuliani” di Torrette. L’incontro, teso ed equilibrato, termina al fotofinish 3-2 per la formazione chiaravallese, deciso da una rete poco prima del triplice fischio, risultato peraltro capovolto dalla decisione del Giudice Sportivo (gli ospiti, avendo schierato sul rettangolo di gioco un calciatore non tesserato, sono stati puniti con la sconfitta a tavolino).

Inqualificabile quanto accaduto sugli spalti. La miccia si accende a parole, ed il passaggio alle vie di fatto è lo step successivo. A farne le spese tre persone: un papà, una mamma ed un giocatore, tutti i di parte rossoblù, medicati all’ospedale per ferite riportate. Comunque non gravi, ma l’episodio finisce comunque sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine intenzionate a fare luce sull’accaduto, sull’indegno parapiglia che si è scatenato in tribuna, per identificare i responsabili di ambo le parti. E se la presa di posizione da parte dei club è stata netta, nel condannare in maniera più totale l’episodio e rinnegare nella maniera più assoluta ogni forma di violenza o discriminazione, con possibili provvedimenti da prendere in caso di recidive (come sottolineato dal presidente del sodalizio dorico, Luca Cesaroni, pronto anche ad organizzare incontri con le famiglie dei calciatori del vivaio dei “Dockers”), a colpire è stata la decisione dei giocatori della formazione giovanile dei Portuali. Un’atleta della rosa ha coinvolto i compagni nella compilazione di una lettera indirizzata proprio ai genitori, inviata nelle chat della società, invitati a dare un taglio netto a situazioni così spiacevoli e distante anni luce dai valori sani dello sport.

Cari genitori – è il testo della missiva – a scrivervi questa lettera siamo noi, i vostri figli. Vogliamo dirvi che ci è dispiaciuto ciò che è successo ormai qualche giorno fa e noi non vogliamo che si ripeta. Siamo felici e fieri che voi tifate, gioite e ci incoraggiate durante le partite ma non bisogna mai finire come è ormai successo. Con questa lettera non vogliamo farvi una ramanzina perché abbiamo solo 13 anni e non possiamo farla a voi che siete i nostri genitori, vogliamo solo farvi capire che noi vogliamo solo giocare a calcio perché è ciò che ci piace di più e non è necessario arrabbiarsi contro qualcun altro di cui, fino a due secondi prima, non conoscevate neanche il nome. Detto ciò noi vogliamo che questa spiacevole esperienza non si ripeta mai più perché a noi ha fatto molto dispiacere vedervi così arrabbiati senza neanche prestare più attenzione alla nostra partita. Cari genitori noi vogliamo solo giocare a CALCIO!!!”. Un messaggio accorato, che non ha bisogno di commenti, a rimarcare la maturità e la sensibilità di adolescenti che, chiedono, semplicemente, di potersi affrontare su un rettangolo di gioco senza derive che nulla hanno a che vedere con lo sport. Ragazzi che, nonostante la giovane età, dimostrano di essere in grado di insegnare ed essere di esempio.

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