“La” specialità che stregò Garibaldi: storia e ricetta delle olive all'ascolana
Quando Garibladi arrivò nelle Marche assaggiò le olive e decise di piantare degli uliveti nella sua Caprera. Storia e ricetta della specialità marchigiana
Nell’800 i cuochi che servivano presso le famiglie benestanti non avevano troppi modi per conservare la carne a lungo: o sotto sale o la consumazione a stretto giro di posta. Ecco dunque che ad Ascoli cominciò a farsi largo l’usanza di usare la carne non ancora utilizzata in cucina come ripieno delle olive in salamoia. Quella che oggi è “la” specialità marchigiana attinge in parte dall’antica Roma, visto che proprio i legionari erano soliti consumare proprio olive conservate in salamoia. Giuseppe Garibaldi se ne innamorò al punto da coltivare delle piante di olivo nella sua Caprera.
Stoccafisso all'anconetana: la ricetta
La ricetta
Ingredienti
- 500 gr olive verdi ascolane
- 200 gr carne di manzo magra
- 150 gr carne di maiale
- 50 gr carne di pollo o tacchino
- 2 uova
- farina
- pangrattato
- olio d'oliva extra vergine
- 1/2 cipolla
- noce moscata
- sale
Procedimento
- Tagliate le olive a spirale
- Lasciate le spirali riposare in acqua fredda e salata per circa un’ora,
- Tagliare la carne a dadini e farla rosolare con un po' di vino bianco. Successivamente unire la noce moscata
- Macinare il composto e impastarlo insieme all’uovo e al parmigiano. Con questo impasto bisogna poi fare delle “palline”
- Avvolgete la spirale delle olive su ogni pallina
- Infarinare ogni oliva con farina di frumento, poi farla rotolare su un piatto con l’uovo sbattuto e ricoprirle con il pane grattugiato
- Friggere in olio extravergine di oliva.
(Foto tratta da Pinterest).