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Stazione Marittima, gli esperti contro la chiusura: “Costerà 400 euro in più all'anno ai pendolari”

Un incontro pubblico n cui hanno parlato 4 esperti invitati dalle forze di opposizione in consiglio: M5S, La Tua Ancona, Sel, 60100 e Pdl. Il motivo? Sono coloro a cui fu impedito di partecipare in sede di commissione

Eliminare la stazione di Ancona Marittima significa costringere centinaia di pendolari che arrivano dall’hinterland a ingolfare gli autobus della linea stazione-centro e fare così un abbonamento dell’autobus, oltre a quello del treno, per una spesa di 400 euro all’anno. E’ questo il succo dell’intervento di ieri dell’ex direttore di Trenitalia Marche Danilo Antolini che, in un incontro sotto la galleria dorica, ha espresso tutte le sue perplessità sull’operazione. «E’ un’operazione in perdita sia per il Comune che per i cittadini che si ritroveranno il centro pieno di autobus e di macchine perché, se il viaggio raggiunge quei costi, allora a tutti converrà organizzarsi con i colleghi per prendere un’auto» ha prosegutio Antolini. Con lui c’erano altre tre persone di riferimento: gli ex dirigenti Fsi Luigi Bianchi e Claudio Ciarmatori insieme all’ex assessore di Ancona e portavoce di Italia Nostra Paolo Pasquini. Tutti esperti invitati in un incontro pubblico dalle forze di opposizione in consiglio: M5S, La Tua Ancona, Sel, 60100 e Pdl. Il motivo? Sono quelli a cui, in occasione della commissione, fu impedito di partecipare. E allora hanno parlato direttamente al pubblico in strada. 

Per Pasquini c’è un problema che riguarda il rapporto con la città per cui «rinunciare alla marittima significa rinunciare ad una rete che innerva l’intero porto. Un’opportunità in un futuro in cui si arriverà ad un porto commerciale aperto e Ancona potrà contare su un sistema di metro di superficie costato al tempo 4 milioni di euro». Critici anche Ciarmatori e Bianchi che hanno sottolineato come sia un’operazione in perdita sia in termini di costi che di progettualità. In particolare Bianchi su quest’ultimo aspetto non ha dubbi: «Stiamo sacrificando i nostri viaggiatori in nome del Dio macchina».

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