Crisi giunta: ancora 48 ore per Gramillano. Ma Favia dice no
C'è tempo fino a sabato per trovare un accordo e scongiurare le elezioni anticipate. Ma David Favia (Idv) gela tutti: "Possibilità pari a zero". Gramillano tentato dal "governo di minoranza"
Ancora 48 ore per il Sindaco di Ancona Fiorello Gramillano. 48 ore per riannodare tutti i fili e trovare un accordo che riesca a mettere insieme il Pd, l’Idv e l’Udc: scade infatti sabato 4 febbraio il termine ultimo per rassegnare le dimissioni (nel caso che l’accordo non si trovi) e andare a votare a primavera. In caso contrario, la città verrebbe commissariata per un anno, un’onta che potrebbe facilmente costare la vittoria alla coalizione indicata come responsabile.
Ma la quadra, almeno oggi, sembra molto lontana.
È di oggi l’intervista dell’Onorevole David Favia, leader dei dipietristi dorici, che sul Messaggero dichiara laidario: “le possibilità di un accordo allo stato attuale sono pari a zero”, sia per il programma che per la giunta. Sul fronte delle cose da fare, i punti “irrinunciabili” per l’Idv erano chiari da tempo: bilancio a sostegno del lavoro, risoluzione ex Metro per pagare i lavori a Piazza Cavour, progetto per Piazza Pertini, sistema parcheggi, fusione tra Muse e Stabile, aggregazione delle partecipate. Ma il documento portato dai democrat, lamenta l’onorevole, non dà garanzie precise.
Seconda questione, la giunta: Idv e Udc vogliono che si dia un preciso segnale di discontinuità, ma a quanto pare Gramillano avrebbe dato disponibilità a toccare solo poche poltrone, un sacrificio insufficiente per i due possibili partner.
Se davvero i due partiti lasceranno il tavolo, le possibilità per il primo cittadino sono solo due: rassegnare le dimissioni (nella speranza che le forze politiche, troppo spaventate dall’ipotesi delle elezioni anticipate, usino i 20 giorni che la legge mette loro a disposizione per stringere un patto e scongiurare le urne) oppure procedere con un “governo di minoranza” sostenuto da una lista civica senza partiti, contando magari sull’appoggio di Serenella Moroder, consigliere “dissidente” in quota Idv.