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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Scienze infermieristiche, domande in diminuzione ma ancora superiori ai posti disponibili

La professione di infermiere consente di svolgere un servizio nei confronti dei pazienti con i quali il rapporto umano è stretto e, il completamento del percorso di studi universitari, è da considerarsi come garanzia di trovare un impiego appena laureati

ANCONA – “Il numero delle domande di iscrizione alla Facoltà di Scienze Infermieristiche all’Università Politecnica delle Marche è superiore al numero di posti disponibili a conferma che la professione di infermiere piace ai giovani”. A dirlo è Giuseppino Conti, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona visti i dati. Il trend di domande è leggermente decrescente, erano 585 nell’anno accademico 2021/22, sono state 444 per il 2023/24 ma comunque superiore ai posti disponibili che sono 440. Il trend è simile anche nelle regioni del centro-sud Italia.

La professione di infermiere consente di svolgere un servizio nei confronti dei pazienti con i quali il rapporto umano è stretto e, il completamento del percorso di studi universitari, è da considerarsi come garanzia di trovare un impiego appena laureati.

Sono circa 12mila gli infermieri in servizio nella Regione Marche, oltre 4.000 nella sola provincia di Ancona ma la dotazione organica infermieristica è insufficiente tenendo conto degli attuali bisogni di salute e dei cambiamenti epidemiologici sopraggiunti.

“Il punto critico, infatti – ricorda Conti – riguarda le prospettive di carriera e lo sviluppo professionale che finora ha portato circa 20mila infermieri italiani ad accogliere proposte lavorative all’estero allettati da remunerazioni più gratificanti e percorsi di carriera certi lasciando vacanti molti posti che andrebbero coperti con nuove unità di personale assumendo infermieri provenienti da altri paesi”.

In riferimento al programma di studio nei corsi di laurea in Scienze Infermieristiche, Opi Ancona ha chiesto anche una rivisitazione dei contenuti e dei programmi formativi adeguandoli ai bisogni dei cittadini, più professori ordinari di provenienza infermieristica, almeno uno per ogni ateneo, anche perché gli infermieri sono passati da una formazione regionale a universitaria.

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