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Cronaca

Traffico di rifiuti, chiuse le indagini: tra i 21 indagati anche un ex sindaco

Gli indagati riuscivano ad acquisire appalti presso numerosi cantieri della provincia dorica, evitando la concorrenza delle altre aziende locali. Ecco il loro modus operandi

Nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali dei Gruppi di Ancona, Macerata e Rimini hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 21 indagati ed a 5 società, nell’ambito di un’indagine iniziata nel 2018 e diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona. All’epoca due persone finirono agli arresti domiciliari, un’altra con l'obbligo di dimora e ulteriori due vennero interdette ad esercitare attività imprenditoriale. Tutte furono accusate per il traffico illecito di rifiuti speciali e due di esse anche per corruzione di pubblici ufficiali e bancarotta fraudolenta.

I rifiuti, circa 640mila tonnellate, provenivano da 50 cantieri nelle nell'anconetano e maceratese e si trovavano in tre cave nei Comuni di Fabriano, Arcevia e Jesi, in un terreno agricolo di Chiaravalle, in un cantiere edile di Camerata Picena ed in tre impianti di gestione rifiuti da demolizione di Castelbellino, Corridonia e Camerata Picena.Secondo gli inquirenti gli amministratori di una società di gestione e lavorazione dei rifiuti dell'anconetano, con il concorso di altri 20 indagati, avevano organizzato un traffico illecito di rifiuti speciali da demolizione, organici e terrosi, omettendo di provvedere alle spese di recupero presso i siti autorizzati. Abbattendo tali spese, gli indagati riuscivano ad acquisire appalti presso numerosi cantieri della provincia dorica, evitando quindi la concorrenza delle altre aziende locali. I rifiuti terrosi, giustificati come terreno vegetale da riutilizzare per la rinaturalizzazione, venivano portati presso delle cave, sospesi o pignorati. Il prelievo illegale era reso possibile anche dai mancati controlli da parte delle autorità preposte.

Sempre in esecuzione di ordinanza del Gip, sono stati sequestrati 76 camion e 7 mezzi d'opera a carico di 2 società di Castelbellino e Ancona, utilizzati per trasportare illegalmente i rifiuti, anche con formulari di trasporto e certificati di analisi falsi, ed eseguire scavi abusivi di materiale inerte, tombando contestualmente i rifiuti presso due cave di pietra di Fabriano ed Ancona, anch’esse sequestrate. Tra gli indagati amministratori, imprenditori, tecnici di laboratori di analisi, dipendenti ed anche un ex sindaco.

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