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Cronaca Corinaldo

Strage di Corinaldo, la difesa della commissione: «Colpa dei gestori e degli addetti alla sicurezza»

Il processo bis alle battute finali. L’avvocato Marina Magistrelli: «Balaustre sotto pressione per 12 minuti, non si sono spezzate, solo incurvate». Sentenza il 19 aprile

ANCONA - Nessuna responsabilità della commissione di pubblico spettacolo ma solo dei gestori e degli addetti alla sicurezza. È alla battute finali il processo bis sulla strage di Corinaldo, quello che deve accertare o meno le responsabilità amministrative di chi ha rilasciato i permessi alla discoteca Lanterna Azzurra e se il locale era a norma per ballo e concerti. Sotto accusa c’è la commissione di pubblico spettacolo che rilasciò i permessi ad ottobre 2017. Per la difesa di tre dei componenti «la commissione non aveva modo di rendersi conto a vista delle piccole difformità che c'erano nell'uscita di sicurezza, nella rampa e nella scala». Nel locale morirono cinque minorenni e una mamma nella notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018, schiacciati dalla calca di una folla in fuga a causa di spray al peperoncino spruzzato da una gang che rubava collanine d'oro a giovanissimi.  Oggi hanno chiuso l'arringa i difensori di tre membri della Commissione imputata, l'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, il vigile del fuoco Rodolfo Milani e Massimo Manna, responsabile del Suap (Sportello unico attività produttive).

«Le balaustre dovevano resistere a un deflusso di 112 persone ma ne sono uscite più di 800 e c'è stata una pressione di almeno 12 minuti sotto la quale si sono incurvate, non spezzate e alla fine sfilate dal cemento del muro», ha affermato l'avvocato Marina Magistrelli, che rappresenta i tre con gli avvocati Monica Clementi e Alessandro Lucchetti. Magistrelli ha dibattuto a lungo sugli addetti alle sicurezza, di competenza sempre dei gestori e dell'amministratore unico Francesco Bartozzi (che ha chiuso il procedimento penale a suo carico con un patteggiamento a 2 anni e 8 mesi), sostenendo che «se avessero fatto ciò che dovevano tutto questo non sarebbe successo». Riportando i passaggi delle motivazioni delle sentenze di appello e di Cassazione per la banda dello spray (i ragazzi della Bassa Modenese ritenuti responsabili degli spruzzi al peperoncino, condannati per omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni personali anche gravi), l’avvocato ha concluso osservando che «14 giudici tra primo, secondo e terzo grado di giudizio hanno avuto la stessa lettura sulla discoteca e cioè che anche se la struttura non fosse stata a norma non c'è concorso di colpa».

Una delle balaustre con i ferri incurvati e non spezzati

In aula era presente come a tutte le udienze Fazio Fabini, padre di Emma, 14 anni, una delle vittime morte a Corinaldo. «Finalmente vediamo la conclusione di questo processo - ha detto - che ha tempi estremamente lunghi che non possono essere accettati da chi ha perso un figlio e non può essere compatibile con la giustizia che ci si aspetta. Ho sentito discorsi triti e ritriti, e le figure dei nostri figli molto in lontananza come se avessero creato fastidio agli imputati. Sembra che si stia perdendo di vista che sono morti del ragazzini e una mamma». La sentenza è prevista per il 19 aprile.

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