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Cronaca

Sommossa a Montacuto, rischio sicurezza nel carcere: «Noi sotto attacco, serve un cambiamento»

«Siamo sempre sotto attacco, la rivolta al carcere di Montacuto Ancona è la dimostrazione dei rischi che quotidianamente corre la Polizia Penitenziaria per garantire la sicurezza delle strutture penitenziarie italiani»

ANCONA - «Siamo sempre sotto attacco, la rivolta al carcere di Montacuto Ancona è la dimostrazione dei rischi che quotidianamente corre la Polizia Penitenziaria per garantire la sicurezza delle strutture penitenziarie italiane». Così Mimmo Nicotra, presidente del Con.Si.Pe (la Confederazione Sindacati Penitenziari) a poche ore dalla sommossa nella sezione 'Alta Sicurezza' del carcere di Ancona Montacuto, per la quale quattro agenti della penitenziaria hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto Soccorso con prognosi varie dai 30 ai 7 giorni.

«Gli organici del Corpo non adeguati, uniti agli insufficienti interventi del capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, (Dap), Carlo Renoldi, vedono attualmente circa settemila poliziotti assenti dal servizio, in molti casi per motivi sanitari», dice il presidente del Con.Si.Pe. Secondo Nicotra dopo i fatti di Ancona «non possiamo che ribadire l'urgente necessità di avere medici nei ruoli della Polizia Penitenziaria, di affidare la guida del Corpo ad un nuovo capo, con l'avvicendamento dell'attuale Capo Dap non riconosciuto dal personale di Polizia e, soprattutto rinnovare al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, la richiesta di riorganizzare la Polizia Penitenziaria, collocandola alle dirette dipendenze del Gabinetto e affidandola alla guida di un magistrato distinto dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La Polizia del Ministero di Giustizia non merita le umiliazioni che sta subendo».

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