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Cronaca

“So dove vive il tuo gatto”: centinaia i gatti “spiati” anche nelle Marche

Un professore dell’Università della Florida ha creato un algoritmo che analizza gli scatti pubblici sui social network categorizzati sotto la parola “gatto” nelle diverse lingue, legge le coordinate geografiche e le segnala sulla cartina

Sul Corriere.it di oggi, nella sezione “La 27esima Ora”, si parla di una questione molto delicata, ovvero se sia giusto o meno mettere in rete le foto dei figli. Nell’affrontare l’argomento, soprattutto alla luce del potenziale pericolo che perfetti sconosciuti acquisiscano immagini e informazioni sensibili – per mezzo magari della geolocalizzazione – sui membri più piccoli e importanti delle nostre famiglie, viene citato come esempio riferito ad un contesto del tutto differente il sito “I Know Where Your Cat Lives”, ovvero “So dove vive il tuo gatto”. Si tratta dell’esperimento di un professore dell’Università della Florida, Owen Mundy, che ha creato un algoritmo che analizza gli scatti pubblici sui social network categorizzati sotto la parola “gatto” nelle diverse lingue, legge le loro coordinate geografiche e le segnala su una cartina.

Per l’Italia – scrive il Corriere – il sito individua l’indirizzo di circa quattromila gatti solo a Roma, 10.837 in Lombardia, 52.766 in tutta la Penisola. Nelle Marche sono diverse centinaia i gatti “spiati”, di cui una quarantina circa nel capoluogo.

Certo, al di là della nota di colore, se fa impressione pensare che qualcuno possa risalire ad un gatto, figuriamoci ai figli, e l’articolo - che si può leggere sul Corriere.it in forma integrale - ricorda infatti come sia possibile, in molti contesti, regolare le impostazioni sulla privacy online.

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