Regione: proposta di legge su cittadinanza ai bimbi stranieri
La proposta di legge intende facilitare l'accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel territorio della Repubblica per almeno 5 anni
Accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati stranieri nati in Italia. E’ il principio dello ius soli alla base della proposta di legge di iniziativa regionale che è stata oggi votata dalla Giunta. Il documento dovrà ora passare al vaglio dell’Assemblea legislativa e, in caso di approvazione, sarà indirizzato alle Camere.
La proposta di legge, fortemente voluta dall’Assessorato ai Servizi sociali, intende facilitare l’accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel territorio della Repubblica per almeno 5 anni.
“Questo consentirebbe - dichiara l’assessore Luca Marconi - di eliminare un’ingiustizia sociale presente nel nostro Paese e nel contempo di sostenere il processo verso una reale convivenza, in atto da alcuni anni, tra le persone di origine diversa”.
La distribuzione demografica della popolazione straniera evidenzia una concentrazione nelle fasce di età più giovani: ha meno di 18 anni il 22% dei cittadini stranieri; un’età compresa tra 18 e 39 anni il 47%, mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 30,7% e solo il 2,3% ha un’età superiore ai 65 anni.
“Il fenomeno migratorio – continua Marconi - non può più essere considerato come evento straordinario ma è ormai legato alla necessità di istituire, da parte degli stessi immigrati, una serie di rapporti solidi con il territorio di riferimento, siano essi di natura sociale, culturale o economica. I cittadini stranieri contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo dell’economia italiana e alla sostenibilità del suo sistema di welfare. Il bambino nato in Italia da genitore straniero vive nel nostro Paese come tutti gli altri bambini, impara la lingua italiana e frequenta la nostra scuola, acquisisce la nostra cultura, le nostre abitudini e tradizioni, pur non essendo cittadino italiano”.