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Cronaca Jesi

Positivi dopo la festa di laurea, l'ira dell'operatrice di radiologia: «Siete imbecilli»

Un post in cui la tecnica del reparto di Radiologia dell'ospedale Carlo Urbani di Jesi, Catia Badiali, racconta la sua "giornata tipo" all'ospedale jesino

Scuole chiuse, bambini a casa, intere categorie in profonda crisi economica e ospedali stracolmi. Sono scenari ormai tristemente noti ma il livello di sconforto non può che crescere quando si leggono post come quello scritto su Facebook da Catia Badiali, tecnica del reparto di Radiologia dell'ospedale Carlo Urbani di Jesi. «Lunedì inizio il turno di lavoro - scrive - alle 2 di pomeriggio in radiologia del pronto soccorso. In attesa una paziente classe 1970. Ha una brutta tosse, gli viene l'affanno persino per togliere la maglietta. Rx torace pessimo, completiamo con la tc: entrambi i polmoni hanno addensamenti a "vetro smerigliato", tipico aspetto di infezione da Covid 19. Ho appena iniziato il turno e già mi viene lo sconforto. Mi affaccio al pronto soccorso, barelle con pazienti attacchi all'ossigeno ovunque. Si riesce a malapena, con un paravento, a far urinare i pazienti barellati con un minimo di privacy. Un collega mi racconta di una giovane, anche essa positiva al Covid, che è andata a una festa di laurea con tanto di pranzo. Dopo una settimana dalla festa metà degli invitati, compresi i bambini, sono risultati positivi. A questo punto posso solo dire: siete imbecilli».

Il post di Catia ha immediatamente scatenato centinaia di reazioni e sono state tantissime le persone a commentare l'accaduto via social. Un utente scrive: «Non mi stupisce in onore delle feste non si guarda in faccia a niente. Ancora non abbiamo compreso nulla. Mi trovi pienamente in accordo». O ancora: «Catia ti sono nel cuore, ricordo sempre le tue parole di incoraggiamento un anno fa quando il covid tentava di strapparmi dalla vita, in quel momento la tua vicinanza per me è stata molto importante», «Vanno denunciati, è una presa in giro verso noi che ci lavoriamo e chi sta male per il virus. Io oggi ho fatto presente di un agente vendita auto che mi faceva proposte con mascherina sotto il naso per giunta sfilacciata e annerita negli elastici». 

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