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Cronaca

Dipendenti quasi ridotti in schiavitù e carburante scadente: quattro pompe di benzina sequestrate e tre denunce

L'operazione "Manda foto" ha permesso alla Guardia di Finanza di risalire ad un'organizzazione che sfruttava extracomunitari sottopagandoli, obbligandoli a turni di lavoro massacranti ed a vivere dentro sgabuzzini, oltre ad immettere in commercio combustibili di pessima qualità

PESARO - Il nome scelto dalle Fiamme Gialle per l’operazione è “Manda foto”, che prende spunto dalla richiesta dei titolari rivolta ai lavoratori. Sfruttati, sottopagati, costretti a mendicare le loro spettanze a fine mese dopo turni di lavoro massacranti che dovevano essere provati proprio mediante l’invio di immagini che li ritraessero all’interno del posto di lavoro. Un’indagine accurata quella conclusasi nelle prime ore di ieri, lunedì 5 febbraio, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro e dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro Urbino, collaborati dai NIL CC di Ancona e Macerata, con l’esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Pesaro su richiesta della Procura, nei confronti di tre persone (due sottoposte alla custodia cautelare in carcere, una agli arresti domiciliari), titolari e gestori di una rete nazionale di distributori stradali di carburante e al sequestro di quattro impianti, tutti in territorio marchigiano, per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro.

I complessi ed articolati accertamenti svolti dalle forze dell’ordine sono cominciati nei primi mesi del 2023, nati da una verifica fiscale sulle accise e delle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi, eseguita dal Gruppo della Guardia di Finanza di Pesaro ad un distributore stradale appartenente alla categoria delle cosiddette “pompe bianche”, dette anche “no logo”, ossia impianti senza marchio non collegati alle grandi compagnie petrolifere. Già nel corso dell’attività di verifica fiscale i finanzieri avevano accertato anomalie individuando un lavoratore “in nero” e rilevando lo sfruttamento di alcuni dipendenti.

Le conseguenti indagini effettuate in collaborazione con i Carabinieri del NIL di Pesaro e Urbino hanno permesso di risalire ai responsabili, principalmente individuati negli amministratori di un gruppo societario campano, attivo nel settore della commercializzazione di carburanti e in un loro referente di zona, pesarese, con funzioni di “caporale”, attivo nel territorio umbro – marchigiano. L’investigazione ha fatto emergere i massacranti turni di lavoro ai quali erano sottoposti alcuni dipendenti, ai quali non era consentito di fruire di riposi, di pause, di giorni festivi, di permessi e ferie. I lavoratori, inoltre, erano costretti a vivere in sgabuzzini interni ai distributori stradali, in precarie condizioni igienico-sanitarie ed ogni mese erano costretti a supplicare il pagamento dello stipendio, che veniva invece corrisposto a piacimento e ben al di sotto del salario minimo previsto dal contratto nazionale di categoria.

Sono stati inoltre documentati nel solo territorio marchigiano episodi di caporalato e di estorsione avvenuti nei confronti di alcuni lavoratori, tutti di nazionalità extracomunitaria, obbligati ad dimostrare la loro presenza sul posto di lavoro attraverso foto e video, che quotidianamente o su richiesta, dovevano inoltrare ai loro datori di lavoro, pena la minaccia di sospensione dello stipendio o di licenziamento immediato e nei casi più gravi di violenza fisica e di morte. I dipendenti erano inoltre costretti a diluire il carburante non qualitativamente buono presente nelle pompe con altri prodotti, a non sostituire i filtri sporchi ed intasati, cosa che comportava l’immissione in commercio di un combustile di scarsa qualità e pertanto capace di procurare danni ai motori delle vetture.

Contestualmente ai sequestri e agli arresti sono state eseguite numerose perquisizioni nei luoghi di residenza o dimora degli indagati e presso il domicilio fiscale o sede legale delle società coinvolte. In particolare, le attività hanno interessato i comuni di Pesaro, Terre Roveresche (PU), Caserta, Marcianise (CE), Milano e Sperlonga (LT) e sono state eseguite anche con l’ausilio di personale dei Comandi Provinciali Carabinieri e Guardia di Finanza competenti per territorio. Lunga la lista di reati cointestati, che va dal caporalato all’estorsione, passando per la truffa e gli illeciti in materia di immigrazione e di lavoro.

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