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Cronaca Palombare / Via Alessandro Maggini, 120

In centinaia si sono stretti in un grande abbraccio per salutare Mig

Una lettera straziante letta durante l'ultimo viaggio di Michele Martedì tra migliaia di amici, parenti e conoscenti

«Ogni notte mi sveglio sperando di essermi liberato da questo incubo. Quante volte abbiamo percorso quel vialetto da piccoli, siamo cresciuti in quelle strade, abbiamo imparato a giocare a pallone. Eravamo diversi, certo, ma sempre uniti, come se fossimo coetanei. Ora c'è solo rabbia e sconforto nella nostra famiglia. Mi chiedo sempre cosa avrei potuto fare di più per salvare mio fratello. Michele è stato ucciso in modo feroce e premeditato da una persona che era ossessionata da lui. Ora lui non c'è più, io non ho più un fratello, mia madre non ha più un figlio, i suoi amici non hanno più "Mig" e la sua ragazza non ha più un ragazzo. Il mondo ha perso una persona innocente. Prego per trovare la forza di superare questo momento. Lo faccio per me, per la mia famiglia e per tutte quelle persone che hanno subito un’ingiustizia come questa. Ci vuole un sacco di speranza e di amore vero. Prego anche perché venga fatta giustizia, lo spero tanto. Te voglio bene Fraté». Sono alcuni dei passi di una lettera straziante scritta da Mattia Martedì, fratello minore di Michele Martedì, 26enne ucciso sotto casa in via Maggini 204 dall'ex amico Mattia Rossetti, e letta dal sacrestano durante il funerale che si è svolto oggi pomeriggio, sabato 12 dicembre, nella chiesa dei frati di San Francesco d'Assisi

L'addio a Michele Martedì

Ad attendere la bara fuori dal piazzale alle 15 un grande stendardo con scritto "ciao Mig" e poi ancora fiori, le immancabili maglie delle squadre dove il giovane ha militato fin da piccolo e tante, tantissime persone in lacrime che hanno voluto salutare per l'ultima volta il giovane parrucchiere ucciso l'8 dicembre con dieci coltellate. Durante l'omelia don Franco ha parlato dell'importanza di amare la vita, una vita volata via troppo in fretta e strappata dalla terra senza alcun senso: «Viviamo per amare, per divertirci, per giocare a pallone come amava fare Michele, per essere amici, ma veri amici. Non bisogna mai vivere con lo sguardo fisso su se stessi senza sapere dove andare. Il passaggio tragico di Michele è avvenuto l’8 dicembre, festa della madonna immacolata. In quel momento a lui è stato portato via tutto: gli affetti più cari e il futuro». Ad accompagnare Michele nell'ultimo viaggio c'erno anche le parole dei suoi amici più cari che descrivono Michele come una persona che «ha saputo piantare il seme del sorriso in tutti noi» e una poesia, breve ma potentissima, della sua ex professoressa, Paola Mancinelli: «Risplende la vigorosa bellezza di questa giovane radice. Eri una persona così sensible. La tua professoressa non ti dimenticherà». Poco dopo le 16 il feretro è uscito dalla chiesa tra gli applausi scroscianti di parenti, conoscenti e amici mentre sua madre, tra le lacrime e sorretta dai figli e dal marito, ha salutato tutti con una frase: Abbracciateli, abbracciate sempre i vostri figli prima che sia troppo tardi. Anche quando pensate che non serva, fatelo, perché quei momenti non tornano più». 

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