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Cronaca

Laboratori analisi, la Regione dovrà pagare le prestazioni extra: in arrivo altre spese

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato nella disputa sulle prestazioni erogate oltre il budget di 7 milioni annui. Entro il 2 agosto va dato seguito alla sentenza. Esultano i camici bianchi

Perso al Tar, vinto al Consiglio di Stato. I camici bianchi dei laboratori analisi convenzionati con la Regione esultano per l'esito giudiziario della loro vertenza contro la Regione. Partita che vedeva i primi chiedere alla sanità regionale di riconoscere i servizi erogati ai cittadini oltre i 7 milioni annui del budget annuo per 1 milione e 300mila prestazioni sanitarie tra analisi del sangue, urine, feci, tac, eccetera. Nel 2013, ad esempio, il conto presentato era stato di oltre 12,5 milioni di euro. «Anche solo nel 2015 – spiegano da Federbiologi, Federlab e Anisap  - i laboratori privati hanno fornito gratuitamente alla comunità marchigiana oltre il 100% delle prestazioni in più del previsto: circa 3 milioni». La sentenza risale allo scorso 2 maggio. La Regione, entro il 2 agosto dovrà darle seguito. Una vicenda che risale all'autunno 2014 e che la giunta Ceriscioli si è trovata ad affrontare al suo insedimento. Mantenendo la stessa linea del predecessore Spacca e forte anche della sentenza di primo grado del Tar Marche, sfavorevole ai laboratori. Ora la situazione si ribalta. «Il primo punto sul quale i laboratori hanno ottenuto pieno riconoscimento – si legge in una nota - riguarda l’obbligo da parte della Regione di provvedere, nel caso in cui i centri accreditati in corso d’anno, superino il budget annuale, di trovare un accordo per l’applicazione del meccanismo della regressione tariffaria (economia di scala). Tradotto: si tratta di provvedere alla remunerazione dei servizi extra erogati. Maggiori richieste di prestazioni, rispetto a quanto loro assegnato in passato dalle convenzioni, che provengono dai cittadini più bisognosi. In sostanza la Regione deve tener conto dell’evoluzione in concreto delle necessità assistenziali manifestate dal territorio e del relativo carico economico».

«La nostra intenzione – spiega Stefania Pellei, Federbiologi – è quella di dar seguito a quello che lo stesso Ceriscioli aveva dichiarato in campagna elettorale, e poi, una volta eletto, quando ha assunto la delega alla sanità. Ovvero l’intenzione di riconoscere pienamente il lavoro delle strutture private sul territorio, un lavoro indispensabile ad un numero crescente di pazienti». «Non è solo una questione che riguarda la sopravvivenza delle 50 strutture convenzionate e degli oltre 300 dipendenti che vi lavorano – precisa Dario Arcagni, Anisap – e neppure di un indotto che più che raddoppia questi numeri. Con questa vittoria al Consiglio di Stato, vorremmo venga conservato un modello di servizio sanitario che raggiunge capillarmente e con professionalità anche chi si trova nelle zone disagiate della regione». Secondo Nicola Marchionni, Federlab «la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta una straordinaria occasione per il Presidente Ceriscioli e la sua giunta. Sorretti dal dispositivo della magistratura amministrativa, potranno finalmente dimostrare nei fatti quello che a parole è sempre stato il loro intento: dare completa attuazione al sistema pubblico-privato dei laboratori analisi accreditati».

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