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Cronaca Falconara Marittima

Inchiesta raffineria, se non si dimostra l'inquinamento crolla l'accusa

Oltre alla dinamica dell'incidente la Procura ha nominato anche un chimico per stabilire se ci sia stato o meno inquinamento. Compito non facile con i dati Arpam assenti su Villanova

Capire cosa è successo ma, soprattutto, se c'è stato o meno inquinamento. L'inchiesta della Procura di Ancona sull'incidente al serbatoio TK61 della Raffineria Api va avanti e questa mattina, lunedì 21 maggio, i periti nominati dalla pm Irene Bilotta si sono presentati al petrolchimico per un primo sopralluogo. Plurale dovuto visto che alla precedente nomina di Gabriele Annovi, ingegnere esperto in determinazione delle cause di malfunzionamento in ambito industriale, si è aggiunta quella di Sergio Cozzutto, chimico triestino specializzato. Un incarico supplementare per dimostrare che le esalazioni che hanno ammorbato l'aria di Falconara e comuni limitrofi per una settimana abbiano, effettivamente, inquinato l'aria. Compito fondamentale, quello di Cozzutto, per confermare le ipotesi di reato formulate dal pm che vanno dall'emissione di esalazioni nocive all'inquinamento ambientale colposo fino alle lesioni personali. Non basta la puzza, insomma, per quanto fastidiosa essa sia. Il lavoro di Cozzutto sarà dunque fondamentale per il prosieguo dell'inchiesta.

Non sarà facile, tuttavia. Pur avendo a disposizione i dati delle centraline dell'Arpam, già acquisiti dal Noe, con i picchi di benzene fino a 102 microgrammi per metrocubo (registrati a Villanova a mezzogiorno di lunedì 16) ci sono dati parziali per quanto riguarda gli idrocarburi non metanici (Nmhc): 1.242 microgrammi per metrocubo il 12 aprile alle 17 a Fiumesino, 1.165 lo stesso giorno ma un'ora dopo a Falconara Alta e 1.231 il 14 alle 16 sempre a Falconara Alta mentre nulla è stato rilevato dalla centralina di Villanova che, dal 10 aprile al primo maggio, non ha funzionato. Con minori ostacoli, ma non per questo meno complesso, il compito di Annovi che già conosce l'Api avendoci lavorato in precedenza con una ditta esterna dedita alle ispezioni proprio ai serbatoi. I periti hanno ricevuto dai vertici della Raffineria tutti i documenti relativi al TK61, compreso l'esercizio storico del serbatoio. Con loro, anche i carabinieri del Noe. Sono stati chiesti altri documenti che la Raffineria si è impegnata a consegnare a stretto giro di posta. Allo studio dei documenti seguirà l'avvio delle perizie sul campo che riguarderanno sia il coperchio del TK61 che l'intero serbatoio. 
 

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