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Cronaca

Green pass, Azione Universitaria: «Ripartire in sicurezza con test gratuiti»

Per quanto riguarda l’Univpm, Lorenzo Gabrielli, membro della direzione nazionale di Azione Universitaria, chiede che le spese per l’accesso all’università per chi non sia provvisto di green pass, non siano a carico dello studente

A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni universitarie, si torna a parlare della novità introdotta da quest’anno dal ministero della salute: certificazione verde obbligatoria per entrare all’interno degli atenei. Per quanto riguarda l’Univpm, Lorenzo Gabrielli, membro della direzione nazionale di Azione Universitaria, chiede che le spese per l’accesso all’università per chi non sia provvisto di green pass, non siano a carico dello studente.

«A distanza di pochi giorni dalla ripresa delle attività universitarie, l’ateneo non ha ancora fornito indicazioni in merito alle modalità con cui si dovranno svolgere gli esami per tutte le facoltà e riguardo alle norme di sicurezza vigenti nelle strutture per il nuovo anno accademico. Se lo studente non fosse provvisto di green pass e se l’università decidesse, all’ultimo, che l’unica modalità di esecuzione degli esami fosse in presenza, come avviene per la facoltà di economia, egli dovrebbe farsi carico di ulteriori spese per avere la possibilità di esercitare un diritto che gli spetta, in quanto iscritto. Si chiede di mettere a disposizione test rapidi in forma gratuita per gli studenti, seppur una minoranza, che non hanno la certificazione verde. O, perlomeno, che l’ateneo si affretti a trovare soluzioni alternative che non obblighino questi studenti a pagare per qualcosa che già spetta loro. Apprezziamo il fatto che, per quanto riguarda il nostro ateneo, ci si sia adoperati fin da subito a garantire la libertà di usufruire della didattica a distanza, tale misura non è però sufficiente a sopperire tutte le necessità di uno studente di formarsi pienamente nel proprio settore. È paradossale il fatto che, nonostante lo studente sia una risorsa in quanto rappresentante del futuro dell’Italia, in questo anno e mezzo di pandemia si sia visto ostacolare in tutti i modi la sua carriera universitaria e abbia dovuto sostenere spese per servizi di cui non ha potuto usufruire e che, anche adesso, sia tenuto a pagare ancora per formarsi alla professione che eserciterà nella sua vita».

Sulla vicenda è intervenuta anche Flavia Esposito, rappresentante degli studenti per il corso di Assistenza Sanitaria, per Azione Universitaria: «Nonostante la modalità d’erogazione della didattica sia stata, per la maggior parte del tempo, a distanza, gli studenti del mio settore hanno rivestito un ruolo di primaria necessità per la società essendo spesso impegnati in prima linea in attività di tirocinio presso aziende sanitarie durante la piena emergenza pandemica».

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