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Cronaca

Droga in garage, l'imprenditore si difende: «Studiavo aspettando la legalizzazione della marijuana»

L'imprenditore, che si trova tuttora agli arresti domiciliari, si sarebbe documentato come autodidatta su testi di chimica e biologia

Voleva sfidare il mercato, non la legalità. La pianta di marijuana trovata sabato scorso nel garage del 41enne imprenditore anconetano era solo un esperimento, almeno secondo la tesi difensiva. «E’ sempre stato uno che anticipava tutti sul mercato e si stava specializzando nella coltivazione della marijuana aspettando una possibile apertura della legge alla vendita libera». A parlare è Gaetano Papa, legale del noto ristoratore finito in manette sabato scorso. L’imprenditore, che si trova tuttora agli arresti domiciliari, si sarebbe documentato come autodidatta su testi di chimica e biologia. «Voleva capire, una volta aperto il mercato, come poteva farsi trovare pronto per gettarsi al meglio su quel tipo di filone- prosegue l’avvocato- ad esempio nel commercio di marijuana come antidolorifico».

L’imprenditore, spiega ancora il suo legale, aveva viaggiato molto ed era rimasto particolarmente colpito dall’accademia della canapa di Lanzarote. Sarebbe scoccata proprio in quell'occasione la scintilla per una nuova sfida imprenditoriale, ancora però tutta da sperimentare. «Con lo spaccio non ha mai avuto nulla a che vedere, anche perché con tutte le conoscenze che ha avrebbe avuto bisogno di una ventina di piante e non di una sola- spiega ancora il legale – il mio cliente ha sempre lavorato, non ha mai spacciato a nessuno, non ne aveva bisogno». Diversa la tesi sostenuta dalla pubblica accusa secondo la quale l’uomo avrebbe arrotondato i guadagni del noto ristorante spacciando droga anche a giovani consumatori. Dopo diversi appostamenti, sabato pomeriggio è scattato il blitz da parte degli agenti della squadra mobile. In casa sono stati trovati circa 80 grammi di marijuana in barattoli. In garage invece c’era la coltivazione con tanto di lampade, igrometro, tubi per l’areazione e numerose bottiglie contenenti sostanze chimiche. Lo stupefacente sequestrato ammonta a circa un chilo. Il 41enne è stato inizialmente portato a Montacuto. Nell’udienza di convalida il giudice ha respinto la richiesta di custodia in carcere avanzata dal pm per applicare quella degli arresti domiciliari, in attesa del processo.

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