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Cronaca Falconara Marittima

Falconara: uccise Thais, l'Appello infligge 10 anni di carcere in più

Il collegio di primo grado lo aveva condannato a 6 anni e 8 mesi. ieri l'Appello ha aumentato la pena condannandolo a 16 anni. La donna russa, presunta complice dell'imputato, è ancora irreperibile all'estero

Per la Corte d’Appello, Y. Z., 47enne bielorusso, ha ucciso volontariamente Edneia Thais Alves Gomes, prostituta brasiliana trovata morta in un residence di Rocca Mare, a Falconara, l’8 gennaio del 2009. Per questo ieri l’imputato è stato condannato a 16 anni di reclusione. 10 anni in più di quanto aveva deciso la Corte d’Assise lo scorso luglio, quando i giudici popolari di primo grado avevano derubricato l’accusa nel reato di morte per causa di un altro reato (in questo caso la rapina), condannando l’uomo a 6 anni e 8 mesi. Ma ieri l’Appello ha configurato un vero omicidio volontario, aumentando la pena da scontare per Y. Z. Tutto questo dopo che, lo scorso luglio, i giudici del tribunale di primo grado avevano stabilito che il bielorusso non voleva uccidere la brasiliana, morta come conseguenza di una rapina finita male. L’avvocato Marta Mereu, legale difensore dell’imputato, ha già annunciato il ricorso in Cassazione

Proprio l’avvocato Mereu, lo scorso luglio, era riuscita a dimostrare come il suo assistito non avrebbe mai voluto uccidere quella donna. Quando gli investigatori entrarono nel residence di Rocca Mare, la scena che si presentò loro fu agghiacciante. La prostituta, che era in procinto di ritornare in Brasile, era riversa a terra, con mani e piedi legati dietro la schiena, una striscia di nastro da pacchi sulla bocca. Ad ucciderla, secondo le perizie medico-legali fatte successivamente, sarebbe stata la pressione di un cuscino, poi ritrovato sul luogo del delitto. Sarebbe stato proprio l’imputato a porsi sulla vittima, ormai incapace di difendersi, per metterle quel cuscino sulla faccia, fino a farle esalare l’ultimo respiro. Ma la difesa ha sempre sostenuto che non potesse essere stato Y. Z. perchè l’uomo aveva lasciato impronte in tutta la stanza, ma non sul cuscino. Possibile dunque che lui, che aveva messo in atto una rapina senza nemmeno curarsi di non lasciare tracce, potesse aver voluto uccidere Thais senza lasciare un’impronta su quel cuscino?

Evidentemente per la Corte d’Appello sì. Secondo la ricostruzione processuale dei fatti, tutto sarebbe nato da un’idea di rapina, che l’imputato non ha mai negato. A convincerlo a mettere in atto il piano, una donna di origini russe che abitava vicino l’appartamento di Thais. Lei sapeva che la brasiliana aveva messo da parte una fortuna con l’attività di prostituta e l’idea era quella di portarle via tutto prima che tornasse in Sudamerica. La russa avrebbe chiesto aiuto al bielorusso. Lui avrebbe dovuta legarla e imbavagliarla mentre la russa, senza farsi vederla avrebbe dovuto portarle via i soldi. Ma qualcosa è andato storto. Nel frattempo la procura ha ancora in mano gli atti che riguardano la donna russa, che nel frattempo ha lasciato l’Italia e risulta irreperibile. Nel frattempo Y. Z. continua a difendersi sostenendo che quando abbandonò il residence di Rocca Mare, Edneia Thais Alves Gomes sarebbe stata ancora viva.

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