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Sinistra italiana preoccupata: «Firmati oggi 7 decreti che danno il via alle trivellazioni»

Sinistra Italiana Marche esprime pertanto preoccupazione per questi atti e invita la Regione Marche a impugnare, in via cautelativa, gli atti davanti al Tar

Sinistra italiana Marche comunica che «da alcune ore è di dominio pubblico la firma da parte del Ministero della Transizione Ecologica (Mite) di 7 decreti di Valutazione di impatto ambientale (Via) che consentirebbero nuove trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi. Due di questi fanno riferimento a pozzi che ricadono tra Marche e Abruzzo. Si tratta del pozzo “Calipso 5 Dir”, che interessa le coste prospicienti Ancona e Falconara Marittima, e il pozzo “Donata 4 Dir”, al largo dei Comuni di Martinsicuro e San Benedetto del Tronto».


Marco Grimaldi, responsabile nazionale ambiente di Sinistra Italiana, ha espresso perplessità sull’opportunità politica dell’approvazione di questi decreti. «Da un punto di vista formale - si legge nella nota - gli atti firmati dal Ministro Cingolani non fanno riferimento a nuove concessioni, bloccate dalla moratoria fino al 30 settembre, quando dovrà essere approvato il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, ma si riferiscono a rinnovi o nuovi progetti all’interno di concessioni esistenti. Allo stesso tempo questi atti sembrano in palese contrasto con l’idea di transizione ecologica cosi come definita negli obiettivi Europei con il superamento delle energie fossili». Sinistra Italiana Marche esprime pertanto preoccupazione per questi atti e invita la Regione Marche a impugnare, in via cautelativa, gli atti davanti al Tar. «Da un lato sembra possibile - prosegue il comunicato - visto il precedente, che le attuali concessioni non saranno interessate dal nuovo piano e potrebbero essere plausibili ulteriori attività di ricerca e coltivazione in aree in cui insistono attività che già ora mal si conciliano con l’industria estrattiva (come il turismo e la pesca a San Benedetto) o in aree che già presentano problematiche ambientali pesanti (si pensi ai problemi dell’API a Falconara e al porto di Ancona). Dall’altro i decreti sembrano manifestare una idea di “transizione ecologica” che mal si conciliano con i dati di fatto, i trattati internazionali (ad esempio l’Accordo di Parigi) e le politiche comunitarie (l’European Green Deal e il Next Generation EU). In Italia è infatti noto che da diversi anni il consumo di energie fossili è in diminuzione (-17% sia di petrolio che di gas naturale negli ultimi dieci anni, dati Mise) e il contributo delle rinnovabili è tale da aver raggiunto gli obiettivi nazionali per “Europa 2020” (18,2% di rinnovabili nel 2019 rispetto all’obiettivo del 17% al 2020, dati Eurostat). Allo stesso tempo al 2030 l’Italia dovrà migliorare le sue performance puntando su efficienza energetica e produzioni da rinnovabili, portando le energie verdi al 30% del consumo con l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. La possibilità di continuare ad estrarre idrocarburi mal si concilia inoltre con la necessità di sviluppare un sistema energetico ecologicamente sostenibile e socialmente equo, obiettivo imprescindibile per contrastare i cambiamenti climatici, favorire un accesso più giusto all’energia e contenere la povertà energetica. Sinistra Italiana Marche guarda in modo radicalmente nuovo ai temi energetici ed ambientali puntando a una società orientata al bene comune e non agli interessi economici». 

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